Vedendo i tg di Mosca si scopre che non viene trasmesso neppure un fotogramma di quello che noi vediamo. Si vede il soldato che salva un gattino

È troppo presto per fare una stima di quanto potrà costare all’economia italiana la clamorosa guerra nel nostro continente.

Alcuni dati però permettono di farsi un’idea dei valori in gioco. Secondo l’annuario Istat- Ice del 2021, che riporta i dati del 2020, nell’anno dell’epidemia del Covid l’Italia aveva esportato in Russia prodotti per 7,1 miliardi di euro, ed importato merci ( prevalentemente materie prime energetiche e minerali) per 9,3 mld, registrando pertanto un deficit su base annuale di 2,2 mld.

Secondo il bollettino dell’Istat sul commercio extra Ue relativo a dicembre 2021, l’unico dato immediatamente rilevabile è quello del saldo, che segnala che il deficit della bilancia commerciale è cresciuto per tutto il 2021 a 6,3 mld, presumibilmente per l’incremento del prezzo di petrolio e gas, e per l’aumentata domanda di energia, dovuta alla ripresa dell’economia.

Tenuto conto che l’Italia aveva esportato nel 2020 merci per 435 mld di euro, e che nel 2021 la crescita delle esportazioni italiane sono state pari al 16% ( per cui l’export italiano dovrebbe sfiorare nel 2021 i 500 miliardi di euro), è ragionevole ritenere che l’impatto sull’economia italiana, al di là della questione strategica delle forniture di gas, dovrebbe essere abbastanza limitata, visto che l’export alla Russia rappresenta poco più del 1,5% del fatturato italiano all’estero.

Va infatti detto che negli ultimi anni si è registrata una contrazione dell’export italiano verso la Russia, che nella seconda metà degli anni 2000 aveva raggiunto quota 10 miliardi di euro l’anno. Sebbene le autorità italiane, dopo gli iniziali atteggiamenti di prudenza, non abbiano frenato sul fronte delle sanzioni verso la Russia, va detto che il costo delle sanzioni per l’Italia sono ben poca cosa rispetto ai rischi che corriamo.

Rischi di cui la stragrande maggior parte degli italiani e degli europei non hanno forse piena contezza se conoscessero come ragionano i russi. Prima di proseguire, è bene precisare che chi scrive conosce molto bene la Russia e la mentalità dei russi, non solo per una conoscenza di base del Russo ( sufficiente per rispondere in Russo in una intervista ad un tg russo, e per tenere una lezione in Russo in una università di quel paese), ma soprattutto per essere stato una quindicina di volte in quel paese, in parte per lavoro, ed in parte per vacanza, avendo una moglie russa, e di conseguenza parenti ed amici in quel paese. A questo si aggiunge che, insegnando commercio internazionale all’università, e trattando anche le tecniche di negoziato internazionale, l’osservazione del comportamento e della mentalità delle persone dei vari paesi rientra nei doveri di preparazione professionale ed accademica.

Detto tutto questo, l’errore molto comune che si può fare in tutti i casi in cui si hanno rapporti con persone di altri paesi, è pensare che le controparti pensino come noi.

In questa situazione, sarebbe ragionevole immaginare che a fronte di sanzioni che sconvolgono la vita quotidiana e impoveriscono un po’ tutti, la popolazione si ribelli al leader del paese.

Non è così. Non per i russi almeno.

In Russia, una vasta parte della popolazione, e la quasi totalità di quelli che hanno 50 anni in su, ritengono che la Russia abbia totalmente ragione in questa crisi, in quanto l’Ucraina è considerato un paese nazista, che era a pronto a ricevere i missili atomici della Nato per attaccare la Russia.

Vedendo i tg russi ( basta un’antenna satellitare) si scopre con incredulità che non viene trasmesso neppure un fotogramma di quello che noi vediamo nei nostri tg ( tra l’antro anche la tv cinese che trasmette in inglese fa vedere le stesse immagini che vediamo noi). Per contro, si vede il soldato russo che salva un gattino, una vecchietta del Donbass che bacia il soldato russo che l’ha salvata dai torturatori ucraini, i bambini delle regioni separatiste che piangono.

Si vede solo questo.

Bisogna rendersi conto che la quasi totalità dei russi non parla ( e quindi non capisce) le altre lingue. Non sono quindi in grado di acquisire informazioni alternative, e comunque non gli va, partendo dal presupposto che è vero quello che dice la tv loro.

E trovano normale che si sia arrestati se si va in piazza con un cartello, oppure si lasciano fiori davanti all’ambasciata ucraina a Mosca.

Se Putin decidesse di usare l’arma atomica, tanti ( forse molti) russi approverebbero con convinzione, mentre da noi presumibilmente i militari si rifiuterebbero di farlo. Per fermare il rischio che corriamo, c’è una sola cosa da fare: fermare Putin. E in un’intervista alla Bbc un professore ucraino ( gli ucraini pensano come i russi) ha spiegato come fare: modalità non convenzionali.

LE PROTESTE DEI GIORNI SCORSIO CONTRO L’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA PER LE STRADE DI MOSCA E SAN PIETROBURGO

DMITRI LOVETSK