Seggi elettorali completamente sguarniti e in molte sezioni è caos Il presidente del Coa: «non può rimanere senza responsabili»

APalermo, in alcuni seggi, gli elettori sono stati invitati a ritornare a casa. Una cosa mai accaduta prima nella lunga storia delle elezioni amministrative e dei referendum. La mancanza dei presidenti di seggio ( circa 170) ha impedito nella mattinata di ieri di consentire ai cittadini di esercitare il diritto di voto, architrave della democrazia. Una situazione inedita e in contrasto con le immagini del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nella mattinata, intorno alle 10, ha votato nella sezione 535 dell'Istituto comprensivo Giovanni XXIII Piazzi, a poca distanza dalla sua abitazione di via Libertà.

Per rimpiazzare i presidenti che hanno dato forfait e inondato l’Ufficio elettorale di certificati medici è stato chiesto il supporto dell’Ordine degli avvocati e dei commercialisti del capoluogo siciliano. «Quanto accaduto – dice al Dubbio il presidente del Coa di Palermo, Antonello Armetta - è di una gravità inaudita. Una cosa mai vista in Italia che non può rimanere senza responsabili. Venerdì siamo stati contattati dall’Ufficio elettorale del Comune di Palermo, che, onestamente, credo non abbia tutte le colpe, perché circa 170 presidenti di seggio avevano rinunciato ad essere disponibili a recarsi nelle sezioni di voto. Sia il Coa di Palermo che l’Ordine dei commercialisti hanno divulgato la notizia di queste defezioni, al fine di fornire supporto per trovare dei sostituti ed evitare il caos. Da quello che mi risulta l’Ufficio elettorale del Comune si è subito prodigato non appena, venerdì scorso, ha saputo delle tante defezioni e rinunce dei presidenti di seggio».

La situazione verificatasi in alcune sezioni ha dell’incredibile e tentare in extremis di correre i ripari ha dimostrato che la macchina organizzativa non è stata efficiente, come evidenzia l’avvocato Armetta. «La cosa grave e inaccettabile – aggiunge - è che a Palermo una cinquantina, e forse più, di seggi non sono stati proprio aperti per la mancanza dei presidenti. Una situazione davvero incredibile. Si stenta a credere a quanto accaduto. I cittadini che si sono recati a votare per i referendum e per le elezioni amministrative non hanno potuto esercitare il loro diritto. Il problema della mancanza dei presidenti di seggio è stato risolto soltanto in tardissima mattinata, intorno alle 13. I ritardi per l’inizio delle operazioni di voto sono stati considerevoli. I nuovi presidenti di seggio, in molti casi persone senza nessuna esperienza, sono stati chiamati a svolgere una serie di complessi adempimenti. Quello più impegnativo ha riguardato la vidimazione delle schede. Ogni sezione a Palermo, è bene ricordarlo, ha circa settemila elettori. È facile immaginare il grande lavoro svolto in poco tempo e i ritardi accumulatisi. Le persone sono state invitate a ritornare ai seggi dopo le 14».

Insomma, una domenica elettorale poco fortunata in occasione di un duplice ed importante voto ( referendum sulla giustizia ed elezione del Sindaco e dei componenti del Consiglio comunale).

«Ma oltre a questa situazione – commenta il presidente del Coa palermitano -, caratterizzata da ritardi e confusione, si è aggiunta la diramazione di una circolare del ministero dell’Interno che ha invitato ad accorpare i seggi. Chi è andato ai seggi prima delle 13, prima cioè che si provvedesse a rimpiazzare i presidenti non più disponibili, è stato mandato via. Teniamo conto che si è votato solo in un giorno, senza la possibilità di recuperare il giorno successivo». Il voto ritardato, che in molti casi ha scoraggiato gli elettori a ritornare nei luoghi in cui sono stati allestiti i seggi, potrebbe indurre a scegliere la via giudiziaria. È un’ipotesi che non esclude neppure il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo.

«Le elezioni sono inevitabilmente falsate», afferma senza esitazioni Armetta: «La cosa sconvolgente con le sue ripercussioni riguarda soprattutto le elezioni comunali. Pensiamo al caso del candidato al Consiglio comunale che non viene eletto per un voto, o alle liste che restano sotto la soglia di sbarramento. È una circostanza mai vista e preoccupante, oltre ad un problema legato al senso civico delle persone, se pensiamo a chi all’ultimo momento ha comunicato di non essere più disponibile a fare il presidente di seggio». L’avvocato Armetta invita a riflettere su quanto accaduto per evitare che in futuro si ripeta il caos visto ieri a Palermo. «L’organizzazione – conclude -, e mi riferisco anche al ministero dell’Interno, non è stata all’altezza. Il problema è sorto venerdì e a seggi aperti si è cercato di correre ai ripari con i ritardi ai quali abbiamo assistito, che hanno impedito a tanti cittadini di votare e con le conseguenze che ne deriveranno. È facile immaginare le impugnazioni che proverranno da tante parti diverse, e credo che non sarà neppure tanto difficile dimostrare le proprie argomentazioni. Non parliamo, inoltre, di una impossibilità a votare durata cinque minuti, ma di oltre cinque ore in una giornata unica dedicata alle elezioni» .

IL PRESIDENTE DEL COA DI PALERMO, ANTONELLO ARMETTA