A Mosca festeggiano la vittoria della destra, ma queste elezioni saranno di lezione per chi difende libertà e diritti

PRESIDENTE RADICALI ITALIANI

Queste elezioni, lo abbiamo detto e scritto, sono uno spartiacque storico. Guiderà l’Italia una Destra che ha Viktor Orbán come modello e nutre rapporti di amicizia e complicità politica con il macellaio del Cremlino.

Lo farà allontanandoci dall’Europa e dovrà al contempo governare una situazione di emergenza dal punto di vista sociale, energetico, economico, senza parlare del posizionamento del nostro Paese sullo scacchiere internazionale.

Mario Draghi ha costruito una linea politica totalmente condivisibile, di contrasto netto all’aggressione terrorista della Russia e di sostegno pieno all’Ucraina, una linea che è divenuta esempio e guida per molti altri Stati. Difficilmente quella linea proseguirà così come è stata impostata, visti i risultati delle elezioni.

Chi ha fatto cadere il Governo Draghi esce vittorioso, sia come maggioranza di Destra sia come opposizione, con l’affermazione del Movimento 5 Stelle che al Sud sfonda di nuovo.

Basterà questa lezione a farci comprendere – a noi che lottiamo dalla parte dei libertari e dei liberali, dalla parte dei diritti civili e politici dei cittadini, dalla parte dello Stato di diritto e del rispetto delle regole democratiche – che occorre imparare, e farlo in fretta, a marciare uniti? Ne dubito, anche se le parole di Gianfranco Spadaccia, che invocava di mettere da parte i settarismi, risuonano forti. Il compito dei Radicali è arduo, più di sempre, perché oltre a dover affrontare una situazione incredibilmente difficoltosa verso l’esterno, serve guardarsi all’interno per ritrovare quella capacità di incidere che necessita al Paese e all’Europa stessa. Una capacità di essere attrattore e moltiplicatore di forze e di passioni. A Mosca, ne siamo certi, festeggiano per i risultati italiani. Vedono aprirsi un’ampia crepa nella compattezza dell’Occidente nel contrasto ai crimini che stanno compiendo in territorio ucraino. Non è tempo di tornare ciascuno nelle proprie case, è tempo di mettere in campo tutte le nostre capacità di mobilitazione per dare sostegno alle iniziative più importanti per il futuro della democrazia e della libertà. Gli Stati Uniti d’Europa come obiettivo primario, assoluto, per costruire una capacità di azione comune e non divisa in mille rivoli ed egoismi; la giustizia internazionale come strumento per ridare pace a chi oggi ha subìto una guerra di aggressione. Oggi più che mai la nostra iniziativa “Putin all’Aja” rappresenta tutto questo, uno strumento concreto di azione e di lotta.

I RADICALI PORTERANNO OGGI L’ULTIMO SALUTO A GIANFRANCO SPADACCIA AL SENATO