UE, NON C’È ACCORSDO SULL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO

Formula bilaterale, con questa locuzione Putin ha smentito le notizie battute dalle agenzie di stampa che annunciavano un colloquio per ieri, a tre, con Russia, Ucraina e la Turchia in versione mediatore. Il capo del Cremlino infatti ha gelato qualsiasi possibilità negando decisamente l'eventualità sulla quale il presidente ucraino Zelensky si era detto disponibile.

Fallisce dunque il timido tentativo di Erdogan di dare il via, seppure in forma interlocutoria, ad un tavolo con le parti in conflitto ai massimi livelli. In ogni caso la Turchia si è detta pronta a organizzare un incontro tra la Russia, l'Ucraina e l'Onu a Istanbul. Niente di nuovo per quanto riguarda la Russia che evidentemente non intavolare nessuna trattativa se non al raggiungimento dei loro obiettivi come amano ripetere a Mosca. Tradotto: cioe fino alla conquista definitiva del Donbass almeno a prestare fede alle diverse dichiarazioni ufficiali.

Ma un altra partita si sta giocando, questa volta a Bruxelles, e riguarda direttamente l'Unione europea. Zelensky infatti ha partecipato ieri al vertice Ue che ha avuto in realtà al centro della discussione il raggiungimento di un'intesa per un embargo sul petrolio russo. Un accordo difficilissimo nonostante la spinta proprio di Zelensky in questo senso. ' Raggiungeremo un accordo sul prossimo pacchetto di sanzioni entro lunedì pomeriggio', ha affermato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell.

Una previsione forse troppo ottimistica perché i distinguo e le contrarietà sono molte.

A cominciare dall opposizione del premier ungherese Viktor Orban che lamenta una scarsa discussione ma che non ha mai nascosto la sua vicinanza politica alla Federazione russa.' Al momento non c'e' un accordo sull'embargo al petrolio russo, siamo in una situazione veramente difficile, essenzialmente per il comportamento irresponsabile della Commissione Ue, che ha presentato proposte sulle sanzioni senza lasciare la decisione agli Stati membri'.

Ad Orban, almeno a quanto sembra in questo momento, non piace neanche una soluzione di compromesso e cioè quella di non includere nelle sanzioni il petrolio proveniente da oleodotto. Per il premier magiaro ' e' un buon approccio ma abbiamo bisogno della garanzia che in caso di un incidente all'infrastruttura, che passa attraverso l'Ucraina, avremmo il diritto di approvvigionarsi di greggio russo da altre fonti'.

E che le speranze di un'unità europea sulle sanzioni siano improbabili lo dimostrano anche le dichiarazioni rilasciate dalla stessa presidente della Commissione von der Leyen che, nonostante abbia ribadito il duro lavoro di tessitura per ricucire gli strappi tra i vari paesi, ha parlato senza mezzi termini di aspettative basse per un accordo nelle prossime 48 ore. Anche se, ha aggiunto: ' penso che successivamente ci sia una possibilità''. Ciò in cui confida von der Leyen e una generica ' Solidarieta' con l'Ucraina e unita' nella Ue'. Secondo quanto concordato dai diplomatici.

Se la situazione per le sanzioni alla Russia è difficile, ieri l'Ucraina ha incassato un altro diniego che è arrivato direttamente da Washington. Il presidente Usa Biden infatti ha negato abbastanza seccamente che saranno forniti a Kiev missili a medio raggio capaci di raggiungere il territorio russo. Una doccia gelata mentre i russi avanzano villaggio per villaggio nel Donbass e hanno ormai fatto ingresso nella contesa citta di Severodoenetsk. Completata la conquista del centro alle truppe di Mosca si apre la porta per la regione di Luhansk, un importante obiettivo strategico.