MEDVEDEV: «UCRAINI NEMICI DI CRISTO»

Mentre la guerra in Ucraina continua e probabilmente con il sopraggiungere dell'inverno diventerà sempre piu dura, crescono i segnali di una svolta diplomatica. Non è un segreto che i russi e gli Usa parlano da tempo anche se non a livello di presidenti, ma è certo che i rispettivi apparati tengono contatti. Una strada nettamente in salita e cosparsa però di elementi contraddittori.

Da Washington il presidente Biden ha detto di essere disposto a mettersi al tavolo con Vladimir Putin per vedere cosa ha in mente, un apertura che al momento non ha ricevuto risposte, ieri poi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avuto un colloquio con il leader del Cremlino durante il quale ha chiesto al presidente russo di ritirare le truppe dall'Ucraina per consentire una soluzione diplomatica. Ma solo quando il leader russo indicherà che è disposto a porre fine alla guerra in Ucraina. Uno sbocco che al momento sembra lontano. Anzi Putin continua a denunciare che Washington non riconosce la sovranità della Russia sulle parti dell'Ucraina annesse alla fine di settembre e che l'armamento fornito da parte dell'Occidente è responsabile della presunta intransigenza di Kiev. A questo proposito il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che sono iniziati colloqui con la Germania per il trasferimento dei sistemi di difesa aerea Patriot. Sempre secondo il capo della diplomazia di Kiev il problema sarebbe stato sollevato anche con gli Stati Uniti, la Nato l'Osce. La collocazione dei sistemi di difesa nelle regioni occidentali dell'Ucraina sono, secondo Kuleba, il modo migliore per proteggere la Polonia e altri paesi Nato. Le richieste di Zelensky, al di là delle dichiarazioni ufficiali, cadono però in un fronte americano tutt'altro che compatto.

Le recenti osservazioni del generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, suggeriscono che un'opportunità di negoziare dovrebbe essere colta. Mentre ancora ieri da parte ucraina è stato ripetuto che nessuna trattativa è possibile se Putin continuerà a rimanere al suo posto di comando. E mentre si combatte sul campo, sui fronti del sud est dell'Ucraina, il conflitto si sposta su un altro scacchiere. Kiev infatti ha emanato un decreto firmato dal presidente Zelensky per porre restrizioni alla Chiesa ortodossa ucraina fedele al Patriarcato di Mosca. Un provvedimento che ha provocato la reazione russa attraverso le parole dell'ineffabile Medvedev che ha tuonato contro gli ucraini definiti nemici di Cristo e satanisti.

Intanto continua a far discutere l'intenzione del ministro dell'Europa e degli Affari esteri della Francia Catherine Colonna, che sta lavorando per mettere in piedi una proposta per creare una sorta di tribunale speciale per i crimini di aggressione da parte della Russia.

Una notizia arrivata a Mosca e accolta con indignazione come ha riferito l'agenzia Tass. Un altro tassello della politica europea abbastanza contraddittoria che oscilla tra tentativi diplomatici e irrigidimenti.