«Bene Conte. Lappello ad andare avanti per cambiare. Patto di legislatura, apertura al coinvolgimento del Paese, priorità allo sviluppo per creare lavoro, alla difesa della salute, al rafforzamento del protagonismo europeo a cominciare da Next Generation Eu. Non fermiamoci ora. Dobbiamo ricostruire la fiducia. LItalia ha diritto alla speranza, cè una prospettiva da perseguire per il futuro». A dirlo è il segretario del Pd Nicola Zingaretti dopo le comunicazioni del premier Conte alla Camera. La situazione attuale «ha qualcosa di drammatico e di ridicolo», commenta invece Vittorio Sgarbi  aggiungendo: «chi ha voluto questo governo, Renzi, non lo vuole più» mentre «chi non lo voleva, Zingaretti, adesso lo vuole». «Non è un paradosso? Lei rimane e lItalia se ne va», conclude. «Conte ha detto che deve rimanere al governo per fare le cose che chiedono gli italiani, a partire da una legge elettorale proporzionale. La legge elettorale... Vabbè, è ufficiale, ormai costui vive su Marte», commenta invece il laeder della Lega Matteo Salvini.  «Per il premier Conte, i ristori e i rimborsi sono stati proporzionali alle perdite subite. Ma hai finito di prendere in giro gli italiani? Esprimi la tua visione di Italia non prendere in giro la gente. Prima Conte va a casa meglio è non per me ma per gli italiani», aggiunge Salvini. «La via maestra è quella del voto. O, se il presidente della Repubblica volesse, il centrodestra ha donne, uomini, energie ed entusiasmo, non raccattato nei corridoi grazie a Tabacci. Prima erano i traditori, gli Scilipoti, ora sono responsabili e costruttori, i poltronari», lamenta il leader del Carroccio. Intanto Matteo Renzi si dice preoccupato per una maggioranza «raccogliticcia e senza respiro».  «Nelle prime ore dopo le dimissioni di Teresa, Elena e Ivan ci hanno insultato, offeso, minacciato - scrive Renzi nella sua enews. Chi si ferma ai titoli e non legge i documenti ci ha accusato di essere irresponsabili. Di mettere a rischio la stabilità del Paese. Piano piano, trasmissione dopo trasmissione, giorno dopo giorno, la verità inizia a venire fuori. Si capisce che il Recovery Plan ancora non va. Cresce la preoccupazione per una maggioranza raccogliticcia e senza respiro. Si avverte come chiediamo da mesi lesigenza di un progetto Paese. Tutti concordano sulla necessità di un sogno unificante per il Paese e non di una caccia al singolo voto in Parlamento. Abbiamo chiesto alle forze di maggioranza di cambiare passo, di fare un salto di qualità, di non rinviare la soluzione dei problemi, di fare un patto di legislatura. Lo abbiamo fatto per mesi, accettando nel frattempo di votare di tutto, persino la fiducia a Bonafede, pur di dare un segnale di collaborazione. Ci hanno dipinto come cacciatori di poltrone. Quando Bellanova, Bonetti e Scalfarotto hanno lasciato le loro poltrone ci hanno dipinto come irresponsabili - ha precisato -. E il linciaggio mediatico studiato a tavolino non ha risparmiato nessuno di noi e dei nostri cari. Nessuno». Al momento, sono previsti solo due interventi di esponenti di Italia viva nellAula della Camera. Tra gli iscritti a parlare nel dibattito successivo alle comunicazioni del premier Giuseppe Conte figura solo Ivan Scalfarotto, mentre il presidente del partito, Ettore Rosato, risulta iscritto a parlare in dichiarazione di voto sulla fiducia. «Il governo ha condotto un'azione mediocre. Non lo dico solo io, ma i giornali, gli studenti, gli imprenditori, i ristoratori, gli operatori del turismo, la gente dello spettacolo, i lavoratori della cultura». Lo ha affermato il deputato di Italia viva e sottosegretario uscente agli Affari esteri ed alla Cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto, nel suo intervento in discussione generale nellAula della Camera sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. «Non cè irresponsabilità in quello che abbiamo fatto, abbiamo chiesto che lItalia avesse un governo migliore», ha continuato il parlamentare. «Se cè da creare un governo migliore, senza pregiudiziale sui nomi - abbiamo accettato lei che governava con la Lega figuriamoci se abbiamo pregiudiziali sui nomi - noi ci siamo, ma le chiediamo di muoversi e dare una visione: se questo cè, noi ci siamo. Se, invece, il progetto è di lasciare le proprie idee per mantenere il proprio incarico - ha concluso Scalfarotto -, evidentemente noi non ci saremo».