Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è intervenuto in difesa di Paola Concia, che avrebbe dovuto presiedere una commissione per l'affettività nelle scuole. E in una intervista al "Corriere della Sera" spiega perché lo ha fatto: «Chi dice a sorpresa è perché non mi conosce. Io sono come Jessica Rabbit: “E' che mi disegnano così!”. Scherzi a parte: conosco da anni Paola e nei suoi confronti ho sempre avuto rispetto e amicizia. E' intelligente e aperta. Mesi fa è anche venuta a trovarmi in Senato. Poi su questi temi io sono stato sempre il più aperto di tutti nella destra».

Qualcuno ne dubita: «Ma certo! Basta informarsi. Su lgbt, sulle libere scelte delle persone, su come ciascuno decide di essere. A volte mi accusavano per questo. Sulla questione dei figli però ho le mie posizioni del tutto granitiche. Ma in questa vicenda, trovo che l'onorevole Concia abbia subito attacchi del tutto ingiustificati».

Poi La Russa ricorda: «Un'altra mia amica è stata Vladimir Luxuria. Quando venne eletta era intimidita, non sapeva come sarebbe stata accolta. Io, che ero capogruppo di An, regalai una rosa a tutte le elette come benvenuto. Un commesso mi chiese: “Ma anche a Luxuria?”. E io: “E perché no, scusi?”. Lei la gradì molto, soprattutto perché si ruppe il ghiaccio e ne nacque un bel rapporto».

Amicizia un po' fuori dalla tradizione 'storica' della destra: «Non posso tollerare - osserva il presidente - che una persona sia attaccata, discriminata, additata non per quello che fa ma per quello che è. E' fuori da ogni mia logica». La Russa aveva anche proposto già prima dell'omicidio di Giulia Cecchettin una manifestazione di soli uomini: "Mi sono piaciute quelle piazze piene, lo premetto. Meno mi piace mescolare il tema della violenza alle donne con altri che c'entrano poco. Ma in ogni caso, io non credo che il problema si risolva con una contrapposizione uomini-donne. Siamo noi uomini che dobbiamo avere un ruolo attivo nel fermare, formare, non creare condizioni in cui altri uomini sbaglino».

L'iniziativa del ministro Valditara non era sbagliata: «Diciamo che non è stata presentata nel modo migliore, forse andava spiegata meglio. In generale, non credo si possa delegare solo alla scuola un tema immenso. C'è la scuola ma soprattutto la famiglia, una società attorno, i film, le serie, la musica, certi testi che circolano anche nei social che spaventano. Per questo - conclude La Russa - dico che molto spetta agli uomini ma che non può diventare una guerra perché si radicalizzano le posizioni, compatta gli uomini in un “genere” a sé stante che non è reale».