Il generale di divisione Roberto Vannacci ha saputo di essere indagato da ben tre autorità giudiziarie leggendo sabato scorso il Corriere della Sera. Questa mattina, infatti, all'ex comandante della brigata paracadutisti Folgore e candidato in pectore della Lega alla prossime elezioni europee di giugno non era stato ancora notificato alcun atto giudiziario. La circostanza, non particolarmente rispettosa del diritto di difesa, è stata confermata al Dubbio dal suo legale, l'avvocato Giorgio Carta.

L'articolo del quotidiano di via Solferino era quanto mai dettagliato e conteneva anche dei virgolettati estrapolati da quella che molto probabilmente dovrebbe essere l'informativa redatta dagli ispettori del Ministero della difesa ed indirizzata alla Procura ordinaria, alla Procura militare, e a quella della Corte dei conti, in cui si ipotizzano a carico del generale reati che vanno dalla truffa al peculato militare aggravato. L'avvocato Carta, esperto di diritto penale militare, ha comunque fatto sapere di aver presentato una richiesta di accesso agli atti.

C'è infatti da capire se questa che a tutti gli effetti è una fuga di notizie sia avvenuta dal Ministero della difesa retto dal meloniano Guido Crosetto o da una delle varie autorità giudiziarie che hanno ricevuto nei giorni scorsi la relazione degli uffici di via Venti Settembre contenente l'elenco delle irregolarità sui rimborsi spese percepiti da Vannacci quando, dal febbraio del 2021 al maggio dell'anno successivo, ha ricoperto l'incarico di rappresentante militare in Russia.

L'atto ispettivo, sempre secondo il ben informato Corriere della Sera, riguarderebbe come detto rimborsi per pranzi e cene non dovuti. Uno di questi pranzi che Vannacci si è fatto rimborsare sarebbe stato effettuato quando egli aveva già traslocato da Mosca per fare ritorno in Italia. E poi ci sarebbe l'utilizzo dell'auto di servizio, una Bmw, di cui però lo Stato maggiore della difesa a luglio del 2018 ne aveva disposto la rottamazione entro il successivo mese di ottobre. Invece di rottamarla Vannacci aveva continuato ad utilizzarla, con conseguenti onerosi interventi di manutenzione, stimati in circa 9000 euro, che andavano a sommarsi ai normali tagliandi per il cambio dell'olio e dei vari filtri. Non è la prima volta va ricordato che Vannacci apprende dalla stampa che il Ministero della difesa ha in corso accertamenti nei suoi confronti. Anche l'avvio di un'inchiesta formale, lo scorso dicembre, per i contenuti del libro best seller "Il Mondo al contrario" venne infatti comunicata al generale tramite gli organi d'informazione.

Secondo i regolamenti militari sul diritto d'espressione, il libro, contenente informazioni sull'attività d'istituto avrebbe dovuto essere preventivamente fatto visionare allo Stato maggiore della difesa. E proprio per alcune frasi contenute in tale libro, è di oggi la notizia che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo a carico di Vannacci a seguito di un esposto di un paio di associazioni di categoria per istigazione all'odio razziale. Immediata è stata la solidarietà a Vannacci da parte della Lega. "Le indagini sono medaglie: vecchi metodi del vecchio sistema", si legge in una nota. La Lega ha poi fatto sapere che non corrisponde a verità la notizia che affronterà le spese per la campagna elettorale di Vannacci.

Il generale da parte sua starebbe pianificando la presentazione del suo nuovo libro autobiografico, "Il coraggio vince - Vita e valori di un generale incursore", in uscita il prossimo 12 marzo per Piemme.