PHOTO
Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia
Uniti al governo nazionale, divisi per una fisiologica competizione elettorale, dove ciascuno andrà per conto proprio con il proporzionale, alle Europee del 2024. Il centrodestra è d’accordo per ribaltare gli equilibri a Bruxelles, facendosi anche maggioranza europea, sul modello di quella italiana, ma appare al momento diviso anche sul modo come raggiungere questo obiettivo. E per paradosso potremmo assistere alle Europee a una campagna elettorale della Lega di Matteo Salvini che potrebbe scavalcare su posizioni di destra, cosiddette “sovraniste”, FdI, il partito del premier Giorgia Meloni, che è anche presidente dei Conservatori europei, per colmare lo spazio che il ruolo istituzionale del premier, quindi più “centrista”, potrebbe lasciare scoperto. Ma sotterraneamente si consuma anche un’altra sfida tra Forza Italia ( Ppe) e FdI, il partito maggioritario, nel patto tra Conservatori e Popolari. Forza Italia, che ha l’obiettivo di tornare a doppia cifra, intende essere protagonista, in quanto rappresentante in Italia dei Popolari, e per questo rilanciata dal presidente del Ppe Manfred Weber in visita a Roma, con Antonio Tajani, numero due azzurro, vicepremier e ministro degli Esteri, come «il nostro pilastro al governo» . Ma sia FI che Lega hannoun oggettivo interesse comune: non farsi fagocitare da un nuovo exploit di Meloni.
Il risiko del centrodestra in Europa è complesso, ma difficilmente, secondo molti già da ora, potrebbe rimettere in discussione il governo e gli equilibri italiani, per quanto le forze della maggioranza si misureranno tra di loro in un appuntamento cruciale. Di fatto con la visita di Weber a Roma, per la due giorni del Ppe, che ha visto anche importanti incontri con i vertici ecclesiastici sui valori cristiani, quelle comuni radici europee rivendicate da Weber e Tajani, si è aperta una campagna elettorale in cui ognuno farà prevalere la propria identità. Tajani, che naturalmente sostiene la politica del governo Meloni sull’immigrazione e ieri ha elogiato il ruolo dell’esecutivo per il nuovo accordo di Strasburgo, ha rimarcato ad esempio «l’approccio cristiano, umanitario di FI e Popolari per profughi di guerra, dalle carestie», insomma quella «politica inclusiva», dove però, ha ammonito, «non dobbiamo essere timidi sui nostri valori». Identità e «politica dal volto umano», che comprende però anche «il diritto a non immigrare», come dice il premier. Evidente che FI alle prese con la riconquista dello spazio al centro, dopo anche liti e scarse performance del Terzo Polo, declina il tema immigrazione con sfumature diverse.
Altro capitolo per la Lega di Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture- Trasporti. Salvini, che ha attualmente in Europa il maggior numero di parlamentari, rispetto ai partiti italiani, sull’onda dell’exploit del 2019 con il 34 per cento, seppur lo avrebbe invitato a farlo lo stesso Berlusconi, con cui coltiva anche un lungo e consolidato rapporto di amicizia personale ( ieri ha subito telefonato al Cav dopo il nuovo ricovero in ospedale), non intende entrare nel Ppe, ma restare nel gruppo Identità e democrazia, dove però si trovano anche i tedeschi della formazione di destra, molto più estremista della Lega, partito con il dna post- ideologicio e pragmatico, e Marine Le Pen, dalle posizioni “filoputiniane”. Tajani ha detto che «un accordo è possibile con Popolari e Liberali», ma non «con il gruppo Id». Quindi, «deciderà la Lega, che è molto diversa dalla tedesca Afd, cosa fare». Ma il coordinatore azzurro ha anche rimarcato che questa è cosa che riguarda «le famiglie europee» e non l’alleanza con la Lega in Italia. Weber, che persegue lo stesso disegno di una nuova maggioranza con la sinistra all’opposizione, sembra aver messo un paletto alle cosiddette posizioni euroscettiche quando ha detto che «chiunque si allea con noi deve aderire al progetto di rafforzamento dell’Europa». Reazione polemica del capo della eurodelegazione leghista, Marco Campomenosi e del presidente del gruppo Id, sempre leghista, Marco Zanni, che hanno accusato di il Ppe di aver lavorato con socialisti e sinistra su «politiche sbagliate», mentre «noi lavoriamo per cambiare l’Europa» . Più diplomatico Salvini, parlando ieri con Libero, dove ha detto che anche Id deve far parte di quella nuova maggioranza di centrodestra da costruire in Europa, «no a liste di proscrizione per nessuno». Il risiko è appena all’inizio. E molto dipenderà anche da una eventuale affermazione dei Popolari in Spagna e dalle elezioni in Polonia, dove ci sarà il duello tra i Popolari di Tusk, ex primo ministro e ex presidente del Consiglio Europeo e Conservatori del premier Morawiecki.