Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato oggi, in video collegamento, a una riunione dei Leader sul sostegno all’Ucraina e agli sforzi in corso per raggiungere una pace giusta e duratura, che ne assicuri la sovranità e la sicurezza.

Lo fa sapere Palazzo Chigi, che aggiunge che «la riunione ha permesso di rinnovare l’urgenza di un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni, rinnovando l’aspettativa che la Russia risponda positivamente all’appello fatto dal Presidente Trump e dimostri concretamente, come già fatto dall’Ucraina, la volontà di costruire la pace».

Nel corso della discussione, conclude la note, «si è anche ribadita l’importanza del grande appuntamento a sostegno di Kiev che verrà ospitato dall’Italia a luglio con la Conferenza a livello capi di stato e di Governo per la ricostruzione dell’Ucraina». 

Ma l’assenza fisica di Meloni a Kiev ha fatto scattare le polemiche delle opposizioni. «Oggi nuovo grido di allarme delle imprese per l’inadeguatezza di un Governo che sull'energia è rimasto a guardare mentre le aziende italiane affogavano per gli aumenti collegati causati soprattutto dalla strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina, con Meloni che prima ha sbagliato tutto e ora resta a guardare le scelte degli altri o li ascolta da remoto, collegata da Chigi in videoconferenza», ha scritto sui social il leader del M5S Giuseppe Conte.

L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha posto le due foto del treno, la prima con Draghi assieme a Macron e Scholz, la seconda con Starmer al posto dell’ex presidente della Bce. «2016 Francia, Germania e Italia guidano l’Europa dopo la Brexit. 2022 Francia, Germania e Italia guidano l’Europa dopo l’invasione russa in Ucraina. 2025 Francia, Germania e… Polonia guidano l’Europa – ha scritto Renzi – Con la Meloni l’Italia si è persa: non siamo più nel gruppo di testa. I sovranisti fanno male al Paese». 

Per il leader di azione Carlo Calenda «è francamente incomprensibile la decisione di Giorgia Meloni di non essere fisicamente presente. C’è un rischio di spostamento dell’asse portante dell’Europa da Italia-Francia-Germania a Germania-Francia e Polonia. Un’eventualità che dobbiamo assolutamente scongiurare».