«Non mi pare che nessuno» nel governo «abbia detto di essere nostalgico del fascismo. Nessun rappresentante della maggioranza, mi pare che tutti quanti abbiano detto, compreso il presidente del Consiglio, che si tratti di un capitolo chiuso, condannato. Mi pare abbia usato sempre parole molto chiare da questo punto di vista». A dirlo è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un evento a Milano. «Mi pare che sia un capitolo chiuso, è una questione che è stata chiusa ottant'anni fa. Non c’è nessun pericolo di rigurgiti fascisti nel nostro Paese. C’era una Costituzione, poi se c’è qualche fenomeno folkloristico...», ha sottolineato.

«Per quanto mi riguarda ognuno può dire quello che vuole senza insultare nessuno», ha aggiunto Tajani, ai cronisti che, al suo arrivo a Milano per l’apertura della campagna elettorale di Letizia Moratti, gli chiedevano se dopo il caso di Antonio Scurati, in Rai ci fosse un problema di libertà di espressione. «Non mi sono mai permesso di chiamare nessuno, né alla Rai né altrove, per dire di non far parlare qualcuno. Per me questo non esiste. Però non bisogna neanche strumentalizzare tutto. Si tratta di tempeste in un bicchier d'acqua», ha concluso il segretario di Forza Italia.