Sull’Europa, Forza Italia contro la Lega. Sul redditometro, Lega e Fi unite contro Fd’I. Sulla leva obbligatoria, di nuovo Fi contro la Lega. È stata una giornata con più fronti aperti quella di ieri in maggioranza, con scontri su più temi che hanno coinvolto in primis il Carroccio e gli azzurri.

Su tutti, a tenere banco è la questione del futuro dell’Ue, a meno di tre settimane dal voto e con i partiti che stanno alzando i toni della campagna elettorale. Anche a costo di prendersi a sportellate tra alleati di governo.

«Sento dire “meno Europa”, per carità, ma non ha alcun senso logico: se non siamo parte di un progetto più ampio siamo destinati ad essere travolti, ad essere ininfluenti - ha detto ieri il segretario azzurro Antonio Tajani, intervenendo a un dibattito nella sede della Confederazione nazionale artigianato e della piccola e media impresa (Cna), con un chiaro riferimento allo slogan della Lega - Serve un linguaggio meno roboante, meno da Capitan Fracassa: chi urla in genere è più debole di chi è calmo, come si dice, del resto, “la calma è la virtù dei forti”». Insomma una strategia che strizza l’occhio all’elettorato moderato e che allo stesso tempo redarguisce l’alleato su un tema centrale della politica di Fi: l’europeismo. «Questa tornata elettorale è importante perché l’ Europa ha ruolo da giocare, e noi dobbiamo dire qual è l'Europa che vogliamo - aggiunge il ministro degli Esteri - Occorre dimostrare ai cittadini di essere una classe politica capace di portare l’equipaggio in un porto sicuro, anche dal punto di vista economico». E qui l’occhiolino sembra farlo invece al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, protagonista di uno scontro piuttosto acceso con lo stesso Tajani qualche giorno fa sul Superbonus (sul quale il governo ha posto ieri la fiducia) ma che sulla questione europea è certamente più vicino alle posizioni moderate degli azzurri che a quelle del suo segretario Salvini.

Il quale ieri ha rilanciato su un altro tema da campagna elettorale, di nuovo stoppato in men che non si dica dal leader forzista. «Depositata alla Camera la proposta di legge della Lega per reintrodurre sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia - ha annunciato sui social il numero uno di via Bellerio - Sono convinto che sia una forma di educazione civica al servizio della comunità, di disciplina, di attenzione al prossimo e rispetto per se stessi e per gli altri che potrà avere effetti molto positivi».

Subito dopo, il no secco di Tajani, che non crede «si possa reintrodurre la leva obbligatoria» perché «con il sistema che abbiamo noi sarebbe troppo costoso». E dunque, per tornare alla metafora di cui sopra, porterebbe al rischio naufragio, altro che condurre la nave in un porto sicuro.

Ma se è vero che i due vicepresidenti del Consiglio si stanno marcando a uomo in vista del voto e, sondaggi alla mano, lotteranno sul filo dei decimali per aggiudicarsi il secondo posto nella coalizione dietro Fd’I, è altrettanto vero che Tajani sa benissimo di giocare due partite ben distinte, sulle quali il rischio di contraddirsi è altissimo. «Mai con Le Pen», ribadisce a ogni comizio elettorale in giro per l’Italia, sapendo benissimo che la leader del Rassemblent national è la principale alleata di Salvini oltre confine. Ma se per Fi l’abbraccio con Le Pen è impossibile, quello con i leghisti in patria è invece ben saldo, nonostante le schermaglie da campagna elettorale. E con ogni probabilità lo schema non cambierà nemmeno dopo il voto, perché se anche Forza Italia dovesse superare la Lega ciò porterebbe, al massimo, a un mini rimpasto di governo ma difficilmente uno strappo. Chi invece ha deciso di strappare è la stessa Le Pen, che ieri ha rotto i ponti con l’estrema destra tedesca di Afd dopo che lo spitzenkandidat Maximilian Krah in un’intervista a Repubblica si è rifiutato di equiparare le SS a dei criminali. La mossa potrebbe essere letta anche come parte di un più ampio tentativo di Le Pen di farsi integrare all’interno dei meccanismi europei in vista sia di un possibile ingresso nella futuro maggioranza ( al momento tuttavia escluso, come detto, da Tajani e dal Ppe), sia in vista delle prossime Politiche in Francia, per le quali la leader del RN ha intenzione di correre. E Salvini le dà subito manforte. «Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi», ha fatto sapere la Lega.