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LaPresse
Il Salone del Libro di Torino si è trasformato in uno dei teatri delle attuali tensioni politiche italiane e internazionali. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, presente alla fiera, ha colto l’occasione per rispondere alle accuse e alle polemiche sorte intorno alla mancata partecipazione della premier Giorgia Meloni a un recente vertice europeo. «Non era un vertice programmato, quindi non era obbligatorio esserci», ha affermato Crosetto. «La presidente Meloni parla ogni giorno con i leader europei. Oggi incontrerà anche Merz, il nuovo cancelliere tedesco, e discuteranno anche di Ucraina».
Le parole del ministro arrivano dopo le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che ha definito “fake news” le affermazioni di Meloni sul possibile invio di truppe in Ucraina. Crosetto non ha evitato il tema: «Macron ogni tanto lancia frecciatine. Non succede solo a lui. Sono battute legate a dinamiche interne. Non riguardano i rapporti tra gli Stati o i presidenti». Una risposta che cerca di ridimensionare le tensioni, ma che non nasconde l’irritazione del governo italiano per il clima internazionale.
Al Salone del Libro, però, non si sono presentati solo i rappresentanti delle istituzioni. Alcuni attivisti pro-Palestina hanno protestato davanti allo stand del ministero della Difesa. Al grido di “Crosetto in guerra vacci tu”, hanno esposto cartelli con la scritta “Stop riarmo” e sventolato bandiere palestinesi. Le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente e hanno allontanato i manifestanti. L’episodio mostra quanto la presenza del governo, anche in eventi culturali, continui a suscitare reazioni forti e polarizzate.
«Penso che a un Salone del libro e della cultura tutti debbano poter parlare. Non c’è nessuno che abbia l’autorità morale di decidere chi sta zitto e chi possa parlare. Nessuno», ha dichiarato il ministro Crosetto. «Mi hanno detto di non passare davanti allo stand Rai - ha spiegato - perchè c’erano manifestanti pro Palestina, io sono passato, perchè non ci vedo nulla di male nè a passare nè a manifestare. Nessuno mi ha detto nulla, ma se qualcuno mentre passavo avesse espresso in modo civile il proprio pensiero non mi avrebbe toccato. Avrei sorriso, lo avrei ringraziato. Accetto qualunque cosa». «Dovrebbero ricordarsi loro - ha detto Crosetto - che in questi giorni, come in tanti altri giorni, decine di bambini palestinesi sono arrivati in Italia grazie alla Difesa, così come aiuti umanitari continuano ad arrivare anche quando c’è la guerra, anche quando cadono le bombe israeliane in quei territori grazie agli uomini e alle donne della Difesa, che il primo ospedale che è arrivato quando è scoppiata la guerra è stato quello a bordo della nave Vulcano mandato dalla Difesa italiana». Secondo il ministro «Ci sono molti motivi per cui non essere orgogliosi in questo Paese, ma ce ne sono tanti anche in questa bruttissima guerra, che non capisco più da mesi, c’è una posizione italiana di cui dovremmo essere fieri, essere senza se e senza ma a fianco della popolazione palestinese, donne e bambini che hanno subito una violenza che non meritavano». «Io ho sempre distinto tra il destino della Palestina e quello di Hamas - ha aggiunto - che sono due cose diverse e continuo a sperare che prima o poi nasca uno stato palestinese, dove possano vivere in pace milioni di palestinesi che lo meritano».
Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto dire la sua. Da Noto, in provincia di Siracusa, ha respinto con decisione l’idea di un’Italia isolata sul piano internazionale. «L’opposizione fa il suo gioco, e spesso trova sponda nei socialdemocratici tedeschi. Sono gli stessi che non ci volevano come interlocutori», ha detto. Secondo Tajani, il vero problema sta nell’uso strumentale della politica estera per danneggiare il governo. «Non è la prima volta. Già con Berlusconi si andava in Europa a parlare male del governo. Così si fa solo del male all’Italia».
Tajani ha poi confermato la piena attività diplomatica dell’esecutivo. «Meloni vedrà Merz, io cenerò con Marco Rubio, segretario di Stato americano e consigliere per la sicurezza nazionale. Non c’è nessun isolamento. Siamo protagonisti e continueremo a esserlo». Il ministro ha insistito sulla linea dell’esecutivo: difendere la posizione italiana nel mondo, nonostante le critiche interne.
Sul tema delle missioni militari, Tajani ha ribadito la posizione ufficiale del governo: «Meloni è stata chiara. Nessuna partecipazione a operazioni militari senza l’egida dell’Onu. Sosteniamo le iniziative americane, ma vogliamo garanzie. Solo l’Onu può offrirle, anche per evitare escalation con la Russia». Il riferimento è al modello già adottato tra Libano e Israele. “Immagino una missione simile, con mandato Onu e compiti chiari. Non una forza armata europea autonoma», ha chiarito.
Il ministro ha infine ricordato l’importanza della sicurezza comune: «Dobbiamo proteggere l’Europa, dall’Ucraina fino all’Atlantico. Serve un impegno collettivo. La Costituzione dice che difendere la patria è un dovere sacro. È un principio che dobbiamo rispettare, senza ambiguità».
Il governo cerca dunque di tenere il punto, nonostante le tensioni esterne e le critiche interne. Le parole di Macron, le proteste al Salone e le accuse dell’opposizione alimentano un clima acceso. Ma Meloni, Crosetto e Tajani vogliono mostrare compattezza e rilanciare l’immagine dell’Italia come attore credibile sulla scena internazionale.