Si è concluso alle 14 il Remigration Summit, il raduno dell'estrema destra europea sull'immigrazione, tenutosi al Teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, in provincia di Varese. L'evento è stato avvolto dalla riservatezza fino all'ultimo momento: il luogo e l'orario esatto sono stati comunicati ai partecipanti solo questa mattina alle 6, via e-mail. Inizialmente previsto per le 14.30, l'inizio è stato anticipato alle 9.

Tra i protagonisti Martin Sellner, esponente del movimento identitario austriaco. In un video pubblicato su Instagram ha annunciato l'inizio dei lavori e mostrato la sala del teatro. «Siamo in una location fantastica. Oggi sarà l'evento dell'anno in Italia», ha detto, rivendicando l'attenzione ottenuta anche dai “media di sinistra” e promettendo: «Milioni di italiani sentiranno parlare di reimmigrazione».

La manifestazione ha attirato critiche fin dalla sua convocazione. Il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, ha difeso l'iniziativa parlando di libertà di espressione: «Tutti hanno diritto a manifestare le proprie idee. Le misure di sicurezza predisposte sono imponenti e adeguate».

A distanza, con un videomessaggio, è intervenuto anche il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, che ha dato il proprio sostegno: «La remigrazione non è uno slogan, è una proposta concreta. Una battaglia per la sicurezza e la libertà». Secondo Vannacci, è questo «il vero spartiacque tra destra e sinistra».

Nel frattempo, a Napoli, si è svolta una manifestazione promossa da Noi Moderati con la partecipazione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Interrogato sul raduno di Gallarate, il ministro ha detto: «Sono due contributi legittimi alla discussione. In democrazia c'è spazio per tutte le idee, anche quelle controverse o non condivise».

Ben più netta la condanna arrivata da Milano, dove nel pomeriggio piazza San Babila si è riempita per la manifestazione “Nessuno spazio per l'odio”. Bandiere della pace, della Palestina, di Cgil, Pd e Avs. Sul palco e tra i presenti i leader dell'opposizione: Maurizio Landini (Cgil), Elly Schlein (Pd), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs) e il senatore Ivan Scalfarotto (Italia Viva). L'evento si è aperto con Bella ciao, suonata dai Modena City Ramblers.

«È grave che esponenti del governo sostengano raduni come questo», ha detto Schlein. «Noi siamo qui per ribadire che certi messaggi discriminatori non appartengono alla nostra Costituzione».

Landini ha puntato il dito contro le connivenze istituzionali: «Siamo antifascisti perché chi ci ha preceduti ha sconfitto fascismo e nazismo. La Costituzione vieta l'apologia di quelle ideologie, e c'è chi deve far rispettare queste norme. Noi rappresentiamo la maggioranza del Paese». Alla domanda sul videomessaggio di Vannacci, Landini ha risposto alzando gli occhi al cielo, senza aggiungere altro.

Ancora più duro Nicola Fratoianni (SI): «Il messaggio di Vannacci è una vergogna. Ma coerente con una Lega che ha trasformato l'Italia in un luogo sicuro per neonazisti, fascisti e persino torturatori libici». Secondo Fratoianni, l'evento si è tenuto a Gallarate perché lì «hanno trovato un sindaco amico».

«Parlano di libertà d'espressione – ha proseguito – ma le loro sono idee che negano la libertà degli altri. La proposta di deportazione di massa è un abominio. In molti paesi europei questi soggetti non verrebbero nemmeno fatti entrare. Non è un caso se hanno scelto l'Italia».

Con il summit ormai concluso, le reazioni non si placano. Da un lato chi difende la libertà di espressione, dall'altro chi denuncia la legittimazione di ideologie pericolose.