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Draghi
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge anti frodi legato al Superbonus edilizio. L’okay è arrivato dopo una riunione breve, meno di un’ora, ma nella quale non è mancato un diverbio tra la pattuglia grillina e il presidente del Consiglio. Il capo delegazione M5S, Stefano Patuanelli, avrebbe chiesto di trasformare il provvedimento in un emendamento, ma Draghi avrebbe insistito sulla necessità di dare il disco verde ad un dl ad hoc. Anche alla luce delle frodi registrate, ben 850 milioni erosi alle casse dello Stato in appena un anno. Anche oggi, in cabina di regia, il presidente del Consiglio aveva rimarcato la necessità di un intervento in questa direzione, proprio per salvaguardare lo strumento del bonus edilizio. Secondo Draghi infatti arginare le frodi era la condizione sine qua non per preservare i bonus edilizi e a chi avanzava dubbi sull'introduzione di controlli eccessivi, il presidente del Consiglio ha replicato ricordando la sfiducia dei cittadini quando, negli anni ’70, i fondi per lo sviluppo in Biafra finirono in parte in fumo, sbriciolati dalla corruzione. Minando la fiducia dei cittadini, che «è un bene da preservare sempre!, ha detto Draghi. L’ex presidente della Bce ha anche chiesto un “prezzario” per calmierare i rincari nell’acquisto di materiali, sottolineando come il ricorso al superbonus abbia provocato una speculazione sui prezzi legati ai materiali da impiegare. E così la riduzione delle emissioni - su cui puntava la misura varata dal secondo governo Conte - ha finito per costare troppo. Da qui l’idea di un prezzario anti-speculazioni, per fronteggiare i rincari. In mattinata Draghi aveva ricordato la figura di Ugo La Malfa, definendolo «un grande statista» e ricordando alcuni punti della sua politica. «Al “non-governo” va contrapposto il coraggio delle riforme economiche e sociali - ha detto Draghi - Un’azione paziente ma decisa, che eviti gli sterili drammi degli scontri ideologici, per dare all’Italia una prospettiva di sviluppo, coesione, convergenza». L’occasione era l’inaugurazione di un portale dedicato proprio al leader repubblicano. «Oggi ricordiamo La Malfa come grande statista e appassionato riformatore - ha rimarcato Draghi - Uno degli artefici del boom economico, sempre attento a bilanciare crescita e uguaglianza, un uomo onesto e rigoroso, che non dimenticava quando, da giovane studente alla Ca’ Foscari, per risparmiare si nutriva di fichi secchi, un protagonista della vita civile dell’Italia, che non ha mai perso di vista i valori morali dell’attività clandestina e della Resistenza, e l’importanza di trasmetterne la memoria».