Se il Pd, con Walter Verini, esprime «delusione per la relazione del ministro Nordio», il Terzo Polo plaude convinto all’intervento del ministro della Giustizia. «L'intervento di Nordio è interamente condivisibile e rappresenta la linea che Azione e Italia Viva hanno sempre seguito. Su questi punti una collaborazione del Terzo Polo con l'esecutivo, sulla giustizia penale, è attuabile», scrive solennemente Carlo Calenda su Twitter, commentando le parole del guardasigilli sulle intercettazioni.

Ma l’adesione convinta di Calenda è nulla in confronto all’entusiasmo ostentato dal suo compagno di Gruppo e membro della commissione Giustizia al Senato, Ivan Scalfarotto. «Abbiamo sconfitto il terrorismo senza mai deflettere dai principi costituzionali, se noi siamo riusciti ad avere una vittoria completa su quel fenomeno è proprio perché non abbiamo mai rinunciato a nulla di ciò che siamo», dice l’esponente di Italia viva in Aula, sorvolando però sulle leggi speciali che il nostro Paese ha adottato per affrontare certi fenomeni. «Quindi se il suo lavoro andrà in quella direzione, anche se siamo un gruppo orgogliosamente di opposizione, noi la appoggeremo», scandisce Scalfarotto, esaltando il garantismo di Nordio, disallineato però dalla visione della «sua maggioranza».

Ma è su Twitter che il senatore centrista specifica il suo pensiero e ne approfitta per scagliarsi contro il suo vecchio partito, il Pd: «A Nordio abbiamo chiesto di ripristinare l'imparzialità e l'indipendenza dei giudici, di garantire l'equo processo e la parità tra difesa e accusa, che le carriere dei magistrati siano determinate da merito e responsabilità. Il Pd, ormai grillizzato, ci ha votato contro», chiosa. E come spesso accade, sui social network incombe sempre il rischio di farsi prendere troppo la mano e, dopo aver sventolato la bandiera del garantismo, Scalfarotto si lascia andare: «I reati riguardano i giudici, ma Panzeri e le persone con cui ha lavorato (a partire da D’Alema) dovrebbero prima di tutto all’opinione pubblica (fra Qatar, respiratori cinesi e armi alla Colombia) una riflessione sul loro modo di intendere la politica». I reati riguarderanno pure i giudici, ma c’è sempre un buon motivo per tirarli in mezzo nel dibattito pubblico.