«Un caso montato come panna», «una strumentalizzazione elettorale post elettorale diparte di qualcuno». Da palazzo Chigi viene descritta così la polemica per lappaste di dichiarazione finale che gli sherpa del G7 stanno preparando e che riguarda l’aborto. Parola che compariva nel testo conclusivo dello scorso vertice di Hiroshima e che invece non compare nella bozza di quello che sta andando in scena a Borgo Egnazia, Brindisi.

Sul motivo per cui non compare le versioni divergono. «Nel paragrafo gli impegni assunti a Hiroshima dai leader vengono riconfermati - spiegano fonti di governo - Quando si fa un nuovo documento i temi già affrontati vengono richiamati» e per questo non sono esplicitati nella bozza. Il caso aborto «nasce dal fatto che nel pieno della notte, data lettura del paragrafo, si voleva andare ben oltre».

Chi voleva andare oltre non lo dice nessuno, ma tutti lo sanno. Cioè la Francia, che è nel pieno di una campagna elettorale lampo in vista delle legislative convocate da Macron dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale seguito al successo del Rassemblement national di Marine Le Pen alle Europee. L’Italia non ha mai detto «non vogliamo», si spiega da palazzo Chigi, «ma abbiamo semplicemente chiesto che, qualora il testo venisse modificato, andava bilanciato anche con altri temi». Un tira e molla che sarebbe durato fino a tarda notte, e terminato con il ritorno al testo di Hiroshima.

L’aborto è un diritto che verrà rivendicato come indifendibile e insostituibile, dunque, ma tra le altre cose secondo il governo era «indispensabile» trovare un modo per non urtare la sensibilità di papa Francesco, ospite domani quando per la prima volta un pontefice parteciperà ai lavori del G7. Dallo staff del presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato ribadito che il leader del mondo libero «non cederà su diritti e aborto», mentre il tema è entrato di prepotenza anche nel dibattito politico italiano, con prese di posizione sia di esponenti di governo che dell’opposizione. «Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno» inserire nella bozza finale il tema dell’accesso effettivo e sicuro all’aborto».

Sgomento da parte di Pd e M5S, con una dura presa di posizione della leader dem Elly Schlein. «Non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti di tutte le altre donne di questo Paese, ha detto la segretaria dem.