“Ripetiamo insieme: NESSUN atteggiamento, condizione, o 'stile di vita' giustifica MAI, in NESSUN CASO la violenza sulle donne”. Lo scrive su Instagram Elly Schlein a proposito della relazione dei servizi sociali sulle due cugine 13enni, vittime di uno violenza di gruppo a Caivano, secondo cui lo "stile di vita" delle due bambine avrebbe favorito il reato.

"È anche per questo – aggiunge la segretaria dem - che mi sono rivolta alla prima Presidente del Consiglio del nostro Paese per chiedere di lasciare da parte lo scontro politico su questo tema, e lavorare insieme per fare un grande investimento culturale sull'educazione alle differenze sin dalle scuole. Così come nella formazione di operatrici e operatori". "La repressione non basta. In una società patriarcale bisogna prevenire la formazione del pregiudizio sessista prima che sia troppo tardi. La cultura dello stupro attecchisce anche nelle nuove generazioni. Per questo serve educazione alle differenze a partire dalle scuole. Non è civile che in Italia ancora non si capisca che cos'è il consenso. E che quando manca il consenso è sempre reato, di cui sono responsabili i carnefici e non certo le vittime".

Nella relazione a cui fa riferimento la segretaria dem, si parla di uno “stile di vita che ha 'favorito' la perpetrazione del reato ai suoi danni, che è senz'altro frutto della grave incuria dei genitori che, con ogni evidenza, hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità". Una riflessione inviata al pubblico ministero dei Minorenni e condivisa dallo stesso magistrato per motivare la richiesta di collocazione in comunità di una delle 13enni vittima di abusi sessuali a Caivano.

La decisione del Tribunale dei Minorenni è del 9 agosto, confermata poi il 24. "La minore era ed è esposta, nell'ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l'incolumità psicofisica", c'è scritto ancora nella relazione. Gli stessi assistenti sociali, scrive il pubblico ministero, "sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori".