Ricorrenza che vai, polemica che trovi. Anche quest’anno il ricordo della strage alla stazione di Bologna, quando il 2 agosto 1980 una bomba piazzata dai neofascisti dei Nar fece 85 morti e 200 feriti, ha suscitato reazioni diverse e un acceso dibattito.

«Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci - ha ricordato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento».

Per poi rivolgere «il primo pensiero» ai famigliari delle vittime. «A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la Presidenza del Consiglio - ha aggiunto Meloni - Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo– questo governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai governi precedenti».

Ma per la segretaria del Pd, Elly Schlein, «nessuno può riscrivere la storia» e i dem si sono fatti sentire anche in Aula. «Come gruppo vogliamo esprimere tutto il nostro sconcerto per l'insensibilità istituzionale da parte dell'esecutivo per aver mandato in aula in sua rappresentanza su una mozione così delicata il sottosegretario Delmastro, protagonista di atti di oggettiva sgrammaticatura istituzionale e che risulta oggetto di imputazione coatta. È una opinione legittima», ha detto alla Camera Andrea De Maria sulle mozioni sulla strage di Bologna, poi approvate compresi alcuni punti dem. «Presidente Meloni deludente, a 43 anni dalla strage non riesce a dire la parola ‘fascista - scrive il segretariodi Sinistra italiana Nicola Fratoianni - perché utilizzare quella parola le fa paura?». Di «matrice neofascista definitivamente accertata» ha parlato invece il presidente del Senato, Ignazio La Russa.