Mentre il centro destra sembra aver trovato una quadra in Sicilia su Musumeci, per il centro sinistra le cose si complicano. Al momento ci sono tre candidati: il governatore uscente Rosario Crocetta, sostenuto praticamente da se stesso; il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, sponsorizzato da Leoluca Orlando, su cui con ogni probabilità convergeranno renziani, alfaniani e Pisapia; e la new entry Claudio Fava, in campo per conto di Mdp e Sinistra italiana, ostili a un accordo con Alfano. La frammentazione va a tutto vantaggio del centro destra e, soprattutto, del Movimento 5 Stelle, l’unico partito ad avere un candidato in campagna elettorale già da parecchie settimane: Giancarlo Cancelleri.

Mentre il centro destra sembra aver trovato una quadra in Sicilia, per il centro sinistra le cose si complicano. Se Nello Musu- meci rappresenterà Forza Italia, Lega e Fd’i alle Regionali di novembre, i candidati in corsa per palazzo d’Orleans a sinistra si moltiplicano. Al momento sono tre, nessuno ha ancora il sostegno “ufficiale” del Partito democratico ma ognu- no sente di avere delle carte da giocarsi: il governatore uscente Rosario Crocetta, sostenuto praticamente da se stesso; il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, sponsorizzato da Leoluca Orlando, su cui con ogni probabilità convergeranno renziani e alfaniani; e la new entry Claudio Fava, in campo per conto di Mdp e Sinistra italiana, ostili a un accordo con i centristi di Alternativa popolare. La frammentazione va a tutto vantaggio del centro destra e, soprattutto, del Movimento 5 Stelle, l’unico partito ad avere un candidato in campagna elettorale già da parecchie settimane: Giancarlo Cancelleri.

A sinistra del Pd non vogliono sentir parlare di intese con Alfano, antipasto di ciò che potrebbe accadere tra pochi mesi alle elezioni politiche. Su questo Mdp e Si non cedono, a costo di rompere la già fragile relazione con Giuliano Pisapia. Ma che c’entra Piasapia in Sicilia? C’entra, perché l’ex sindaco di Milano non ha gradito la fuga in avanti dei compagni siculi, provando a stoppare l’operazione Fava. L’avvocato meneghino, infatti, da tempo lavora alla costruzione del “partito dei sindaci” - giocando di sponda con i “colleghi” più capaci e intraprendenti - e sull’isola non vorrebbe fare uno sgarbo a Leoluca Orlando, che sul rettore dell’Università di Palermo ci metterebbe la mano sul fuoco. Fabrizio Micari ringrazia Giuliano e, sentendo in tasca il sostegno di Matteo Renzi, parla già da candidato dem. «Occorre una coalizione allargata e una condivisione del programma», dice in conferenza stampa. «Bisogna fare una proposta unitaria, l’unica vincente nei confronti della destra e del Movimento 5 stelle». L’appello è rivolto ovviamente agli ex Pd e Sinistra italiana che però non sembrano intenzionate a recedere. «Più che un appello a noi il rettore Micari dovrebbe fare un appello alla coalizione a fare a meno di Alfano», risponde secco Claudio Fava. «Alfano è lo stesso di ieri, lo stesso che qualche settimana fa cercava consensi e appoggi a destra e adesso ha ripiegato sul centrosinistra perché evidentemente ha ottenuto opportunità più gradite e vantaggiose», insiste il vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, lanciando un messaggio anche a Giuliano Pisapia, che poco tempo fa aveva escluso la prosecuzione di esperienze di governo insieme al ministro degli Esteri. Micari, dal canto suo, non si scompone e conferma la sua corsa anche senza il sostegno di Si e bersaniani.

Infine c’è lui, il governatore uscente: Rosario Crocetta. In pochi sembrano curarsi della sua ricandidatura, eppure l’ex sindaco di Gela non molla la presa. «Mi sento a tutti gli effetti il candidato, il primo candidato del Pd. E non perché lo dico io: lo dice lo statuto, che stabilisce che un presidente è ricandidato. La mia candidatura è legittima, il non riproporla è illegittimo», dichiarava solo due giorni fa al Mattino. «In Sicilia la questione del centrosinistra sembra complicata ma in realtà è molto semplice, siamo davanti all’ennesimo tentativo di Orlando di comandare la Regione». Solo a una condizione Crocetta è disposto a farsi da parte: in caso di sconfitta alle primarie. Che però nessuno vuole sull’isola. E mentre qualcuno avanza l’ipotesi di un ticket Micari- Crocetta, Musumeci e Cancelleri già si sfregano le mani, sperando nel suicidio politico del centro sinistra che toglierebbe di mezzo un pretendente al trono di Palazzo d’Orleans.