Social che vai, leader che trovi. Se il presidente M5S Giuseppe Conte ha affidato a Facebook un messaggio in cui fa sue le parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco a favore del salario minimo, la segretaria del Pd Elly Schlein ha affidato ieri a una diretta Instagram l’analisi della batosta elettorale subita alle Amministrative e soprattutto ha rilanciato su alcuni temi dell’attuale agenda politica, dal Pnrr al sostegno all’Ucraina.

Ma Schlein è intervenuta anche per “togliere l’aria” alle troppe correnti che negli ultimi giorni hanno assediato la sua segreteria, chiedendo una sterzata in senso riformista sulla scia delle uniche due vittorie importanti ottenute dal centrosinistra in questa tornata elettorale, cioè Brescia e Vicenza. Entrambe ottenute con un’alleanza che vedeva al centro il Pd e attorno una galassia di liste civiche moderate ben lontane dal Movimento 5 Stelle e dalla sinistra.

Per la verità il centrosinistra ha vinto al primo turno anche a Teramo dove il Pd era alleato con i grillini, i cui voti nella rielezione del sindaco Gianguido D’Alberto hanno però pesato per poco più del 2 per cento. E così Schlein ha dovuto affrontare i mormorii della minoranza, che tra i corridoi del Nazareno si sono fatti chiacchiere nelle scorse ore, quando Schlein ha sì ammesso la sconfitta riconoscendo tuttavia la necessità di «campi ancora più larghi», richiesta prontamente rispedita al mittente da Giuseppe Conte. Fino alla diretta Instagram di ieri, in cui ha deciso di rilanciare e togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

«Non molleremo un centimetro su quello che è il nostro progetto, sul lavoro, sul clima - ha spiegato la segretaria». Per poi citare niente meno che Mao Tse Tung. «Il cambiamento non è un pranzo di gala - ha rincarato - il cambiamento è scomodo: mettetevi comodi perchè siamo qui per restare». Un messaggio diretto in primo luogo alle voci dissidenti nel partito, che già sognano un ritorno a una segreteria «più pragmatica, sullo stile di quella di Enrico Letta», borbotta un esponente della minoranza, anche perché «almeno lui le Amministrative le vinceva». Ma Elly non ci sta e non molla la presa. «A chi pensa che sia finita, io dico che abbiamo solo cominciato - insiste - C'è un lavoro lungo da fare coinvolgendo partito e territori, abbiamo da ricostruire una prospettiva e da dare una speranza a questo paese. Come si dice dalle mie parti: teniamo botta».

Ma tornando alla politica spiccia, già da oggi deve fare i conti con un partito che in molte sue componenti la pensa ben diversamente da lei, a partire dalla questione armi. «Domani (oggi, ndr) al Parlamento europeo c’è una votazione su un regolamento per aiutare l’Ucraina: il Pd ha due punti fermi». Il primo, spiega accontentando più di tutti l’ex ministro della Difesa e presidente del Copasir, nonchè capo di Base Riformista, Lorenzo Guerini e «nessun dubbio al supporto all’Ucraina con ogni mezzo necessario». Il secondo invece procoherà qualche problema, perché, spiega Schlein, per il Pd «non è accettabile utilizzare i fondi Pnrr e i fondi di coesione per produrre munizioni e armamenti» cioè «togliere fondi ai nidi per metterli sugli armamenti» Da qui la proposta di presentare degli emendamenti che saranno sostenuti da tutto il gruppo dei Socialisti e Democratici. «Mi auguro che anche gli eurodeputati di tutti gli altri gruppi li sostengano, perchè su questo bisogno essere chiari», chiosa la leader dem.

Ma un altro punto sul quale Schlein dovrà fare i conti è la maternità surrogata, dopo che ieri la commissione Giustizia della Camera ha concluso l'esame degli emendamenti al ddl che la giudica come «reato universale». Ma se il Pd si è schierato contro la proposta di legge della maggioranza, con il responsabile diritti Alessando Zan che la definisce «una legge folle», diverso è l’atteggiamento di molti esponenti dem sulla pratica in sé. La senatrice Valeria Valente ha parlato della surrogata come di «una violenza brutale contro le donne» e ha invitato Schlein a un confronto. «Si è presa l’impegno e sono certa che lo farà - ha detto Valente spero lo faccia molto presto». La discussione, al Nazareno, è appena iniziata.