«È l'inizio di un lavoro che deve continuare nelle prossime settimane e mesi e presto sono convinto che avremo un nuovo programma di governo». Stefano Parisi fa sul serio, e dallo spazio Megawatt di Milano lancia la sua scalata al centro destra. «Oggi nasce una comunità politica nuova che non è contro i partiti ma dà un contributo ai partiti e sta dentro il centrodestra e deve essere integrata in quest'area», dice il manager prestato alla politica.Bisogna recuperare i milioni di voti persi per strada - è il suo ragionamento - uscendo dal vicolo cieco in cui si sono cacciate le forze orfane di Berlusconi. «La politica se si apre ha possibilità di crescere, se si chiude rischia di perdere», dice Parisi. «Vogliamo che ci sia un'alternativa e non che la scelta sia tra Renzi o il caos. Vogliamo creare un'alternativa di governo liberale, affidabile e forte che sia un grado di dare soluzioni programmatiche all'Italia». Ma per vincere serve che tutti remino nella stessa direzione. E a Milano, ieri, si notavano soprattutto le assenze dei big di Forza Italia. Presenti invece il capogruppo di Area popolare, Maurizio Lupi e l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e Giancarlo Cesana, ex leader di Comunione e Liberazione. Giovanni Toti è a Pontida, ospite di Matteo Salvini, e preferisce commentare a distanza: «Credo che l'esempio delle tre Regioni (Liguria, Lombardia e Veneto,  ndr) sia un ottimo esempio di centrodestra che sa vincere le elezioni e sa anche convincere con un'ottima azione di Governo», dice il consigliere politico di Berlusconi. «Da qui bisogna ripartire per ricostruire la nostra proposta per il Paese. Stiamo costruendo una piattaforma politica importante, è da qui che riparte il centrodestra, non c'è nulla da inventare». Ma il manager milanese non sembra colpito dalla freddezza dei forzisti: «Sono tutti invitati, chi vuol venire viene. Se vogliono stare a casa, per me non è un problema», commenta. L'obiettivo dell'ex candidato sindaco è di presentarsi al popolo del centro destra come alternativa credibile soprattutto a Matteo Renzi, che in caso di vittoria del "No" al referendum «deve dimettersi». La battaglia per la successione a Berlusconi è ufficialmente cominciata.Nel frattempo Salvini, che oggi sarà a Pontida, mandava messaggi chiari sulla convention: «Tratti di strada con gente come quella che c'era oggi da Parisi sono difficili, da questo punto di vista meglio soli e orgogliosi che con certi compagni di viaggi».