È il secondo attacco frontale da oltre le Alpi in pochi giorni e non può essere certo un caso. Stavolta la bordata contro il governo italiano parte del giovane leader di Renaissance Stéphane Séjourné, ex consigliere dell’Eliseo che i detrattori descrivono con un po’ di malizia più macroniano dello stesso Macron.

In un’intervista rilasciata al quotidiano Le Figaro Séjourné definisce «ingiuste, disumane e inefficaci» le politiche migratorie di Giorgia Meloni accusandola di «demagogia». E pensare che ufficialmente Parigi stava tentando di ricucire lo strappo compiuto dal ministro dell’Interno Gerald Darmanin il quale la scorsa settimana aveva colpito l’esecutivo guidato da Meloni agitando sempre lo stesso tema: «Il suo governo è del tutto incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta». Parole che hanno innescato una piccola grande crisi diplomatica con Roma, al punto che il ministro degli esteri Tajani ha annullato l’incontro previsto con l’omologa Catherine Colonna.

Il portavoce del governo francese Olivier Veran aveva poi provato a mettere una toppa, evocando un «dialogo pacifico con l’Italia» e minimizzando l’intervento di Darmanin: «Non vogliamo dare lezioni a nessuno perché l’immigrazione è un problema che non si risolve con la bacchetta magica». L’intervista di Séjourné ha però fatto di nuovo precipitare la situazione al punto che viene da chiedersi se dietro gli attacchi ci sia una precisa strategia politica.

Che Macron e Meloni non si amino è cosa nota, ma l’escalation anti-italiana ha un obiettivo molto più provinciale e meno “ideale” di quanto sembri e cioè Marine Le Pen. Sia Darmanin che Séjourné hanno infatti evidenziato le affinità tra Meloni e Le Pen per polemizzare con la leader del Rassemblement National agitando lo spauracchio dell’estrema destra. A un anno dalle elezioni europee e con la popolarità del presidente Macron che sta colando a picco, Le Pen è attualmente in testa in tutti i sondaggi che la danno ben oltre il 30%. Per evitare una catastrofica sconfitta ogni mezzo è buono, anche polemizzare con un paese alleato per colpire il nemico interno.