Il critico d’arte e deputato di Forza Italia Vittorio Sgarbi è tranchant nei confronti dell’azione politica del governo giallo- verde presieduto da Giuseppe Conte. «Un governo e un premier inesistenti» secondo Sgarbi che salva soltanto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, plaudendo alla nuova linea messa in campo per la regolamentazione dei flussi migratori. Un Salvini che, nell’idea di Sgarbi, sta diventando sempre di più il leader in pectore dello schieramento del centrodestra.

Come valuta l’operato del governo nato dal contratto Lega-Cinque Stelle fino al momento? Mi pare che abbia messo in campo fin qui un’azione che reputo del tutto inesistente. Pensate al provvedimento con il quale si restituiscono 12 unità navali alla Libia in discussione in queste ore o al decreto terremoto pensato per dare un aiuto alle popolazione di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Il governo appare impegnato in attività di mera routine con provvedimenti senza respiro e non in grado di fornire soluzioni concrete ai problemi degli italiani. Non c’è nessun velocizzazione dell’azione politica e nessuno stimolo per l’economia.

Neanche all’interno del decreto dignità approvato proprio in questi giorni trova qualche spunto positivo? Il decreto dignità lo giudico integralmente privo dignità. Servirà soltanto a garantire il licenziamento certo di alcuni lavoratori. Così come sono incomprensibili i divieti che la nuova normativa introduce. Trovo assolutamente grottesco che per combattere le ludopatie si pensi di vietare la pubblicità dei giochi d’azzardo e, nello stesso tempo, abolire l’ingresso gratis nei musei, così come ha deciso da ultimo il ministro dei Beni culturali che ha vietato le aperture gratuite dei musei la domenica. E’ proprio all’interno dei musei, che dovrebbero essere aperti gratis tutti i giorni, che c’è la risposta alla ludopatia. Occorre diffondere cultura e sapere e creare alternative ai casinò e alle discoteche. Cercare di proibire i giochi vuol dire soltanto privare lo Stato di una sicura fonte di reddito e non creare un’alternativa culturale in grado di portare i cittadini a scegliere consapevolmente.

Le politiche messe in atto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in tema di gestione dei flussi migratori vanno nella direzione giusta? Mi pare che il ministro dell’Interno si sia comportato molto bene in questa fase. Ha cominciato a far passare l’idea di un’Italia diversa e a far comprendere a tutti i livelli l’evidente differenza che esiste tra l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa anche per posizione geografica. Mi pare sacrosanto che abbia fatto anche la voce grossa per fare in modo che gli altri Paesi si sveglino per prendere la propria quota che è stata definita sulla carta, ma che non hanno mai preso. Credo che il percorso intrapreso da Matteo Salvini sia corretto e porterà l’Italia ad avere pari dignità e pari doveri rispetto agli altri Stati europei.

E del premier Giuseppe Conte invece che pensa? Conte fin qui non è pervenuto. Sostanzialmente è il vice dei due vice premier. Non ha una sua posizione su nessun tema e qualche volta, quando è stato in difficoltà ad affrontare la que- stione dei migranti, si è rifugiato anche dal presidente Mattarella. E’ il servo di tre padroni.

Insomma, ad eccezione del ministro dell’Interno, boccia l’intera squadra di governo. Eppure aveva votato la fiducia al premier Conte in posizione autonoma rispetto alla decisione assunta dal Forza Italia… Il mio era stato un voto di fiducia irridente. Avevo chiesto a Berlusconi con lettera di non dare il via libera al governo. Invece Berlusconi, di fatto, ha dato il mandato a Salvini di formare il governo e dato il via libera all’intesa sulla quale attualmente si regge l’esecutivo. Dopo aver incaricato Salvini non puoi votargli contro. Trovo la scelta compiuta da Forza Italia profondamente non coerente.

E cosa, secondo lei, avrebbe dovuto fare anche per mettersi al riparo da un’emorragia di consensi che si trasferiscono verso la Lega Nord? Forza Italia avrebbe potuto avere la sua autonomia sostenendo Matteo Salvini in maniera autonoma e distinta. In questo modo, invece, si è praticamente messa contro il suo stesso elettorato e potrebbe pagare cara questa scelta, così come pare di capire dalla lettura dei dati dei sondaggi dell’ultimo periodo.

La coalizione di centrodestra, nello schieramento con il quale si è presentata alle ultime elezioni politiche è ancora esistente? La leadership si sposta sempre di più verso Salvini? Non c’è dubbio che il processo sulla leadership stia andando in questa direzione. La coalizione di centrodestra però continua ad essere necessaria. Fino a quanto Forza Italia nelle Regioni del Sud continuerà ad avere il 20% mentre la Lega non riesce a sfondare, mentre al Nord il rapporto di forza si ribalta, la coalizione sarà necessaria e non potrà saltare.

I rapporti fra Lega e Forza Italia, però, potrebbero essere messi alla prova se il governo Conte dovesse durare a lungo. O no? Penso che in concomitanza con le elezioni regionali tornerà ad essere forte il richiamo della foresta del centrodestra. Anche perché qualche scintilla tra i partiti al governo ci sarà sui temi della Tav e della Tap he riguardano specificamente il Nord. Né si può pensare che la soluzione a questi problemi arrivi troppo tardi.

Il partito unico del centrodestra potrebbe essere una soluzione? Diciamo che sulla carta avrebbe potuto esserlo. Oggi non mi pare che sia né possibile e neanche all’ordine del giorno.

E allora Forza Italia come può uscire dall’attuale situazione di difficoltà? Occorre una linea di maggiore incisività. Occorre ripensare e impegnarsi nelle aree tematiche, con una grande e rinnovata attenzione verso i beni culturali e il paesaggio. Aspetti che risultano assenti in ogni programma politico. Il che è paradossale per l’Italia, un Paese in cui la cultura dovrebbe essere al centro dell’impegno politico.