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Il ministero dellAmbiente fa 30 anni. Pochi: è unistituzione giovane. Il che dà particolare valore al cursus honorum di Corrado Clini. Che non solo è stato ministro dellAmbiente per un anno e mezzo circa, dal novembre 2011 allaprile 2013, ma che nei quattro lustri precedenti era stato il cuore dei quellamministrazione: aveva guidato il dicastero come direttore generale dal 1991 al 2011, fino al giuramento da ministro, ventanni consecutivi, con lappendice di un altro anno ancora dopo la fine del governo Monti. Una vita, la gran parte dellesistenza del dicastero.Se cè una festa per il trentennale di quellamministrazione sarebbe dunque legittimo immaginare che Corrado Clini debba essere il primo degli invitati. E invece allevento, che si terrà lunedì prossimo, lex ministro non ci sarà. Non ha mai ricevuto linvito.Non è chiara la ragione. Lattuale ministro Gian Luca Galletti, interpellato dal Dubbio, risponde: «Non sono stato io a curare la lista degli invitati. Mi sono certo preoccupato che intervenissero alcune figure la cui presenza mi stava a cuore, ma non ho deciso io né le ammissioni né le esclusioni». Se ne deve prendere atto. Ma è difficile allontanare il sospetto che Clini sia tenuto fuori la porta a causa del procedimento penale che lo vede imputato, e per il quale ha trascorso poco meno di due mesi ai domiciliari. Quel sospetto affiora nella lettera inviata dallex ministro al Capo dello Stato Sergio Mattarella, di cui in questa pagina trovate un estratto. Clini ricorda: «Ho dedicato venticinque anni della mia vita al ministero», ma «evidentemente si ritiene che il mio lavoro non sia parte della storia» di quellamministrazione. Clini fa quindi il lunghissimo riepilogo delle iniziative e dei progetti seguiti in quel quarto di secolo.A suggerire lesclusione dellex ministro dalla festa di lunedì potrebbe essere stata dunque la vicenda giudiziaria avviata dalla Procura di Parma nel 2013 e poi trasferita nella Capitale, che vede accusato Clini di corruzione. Secondo il pm di Roma Alberto Galanti, tra il 2010 e il 2011 lallora direttore generale del ministero dellAmbiente avrebbe incassato tangenti per un milione di euro. Una Ong con sede negli Usa, la Nature Iraq, lo avrebbe ricompensato così del finanziamento da 54 milioni erogato dallo stesso dicastero per un progetto di riqualificazione ambientale in Iraq. Clini si è difeso anche pubblicamente, con una lettera inviata a Renzi nel novembre 2014, in cui spiega che le somme accreditate su un suo conto in Svizzera erano regolarmente giustificate: si trattava dei «rimborsi di missioni» che aveva effettuato personalmente tra il 2007 e il 2011.Fatto sta che il 14 novembre 2014 il gup di Roma Massimo Battistini ha disposto per Clini il giudizio immediato, e che a un anno e mezzo di distanza le prove considerate evidentemente schiaccianti non hanno ancora prodotto sentenze. Nei confronti dellex ministro varrebbe dunque la presunzione dinnocenza. Principio costituzionale dal quale gli attuali vertici dellAmbiente ritengono di poter derogare. Levento organizzato per lunedì è stato annunciato nei giorni scorsi con una certa, anche legittima enfasi: si celebrano i 30 anni dallistituzione del dicastero (nato l8 luglio del 1986) in concomitanza con la Giornata mondiale dellAmbiente, che ricorre il 5 giugno. Ci saranno tutte le massime cariche dello Stato: da Mattarella ai massimi vertici di Camera e Senato, Pietro Grasso e Laura Boldrini, al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. La lista comprende gli ex ministri dellAmbiente che si sono avvicendati in questi trentanni: Francesco Rutelli, Edo Ronchi, Stefania Prestigiacomo, Andrea Orlando. Non Clini, però. Lui resta fuori. Quel processo rende sconveniente la sua presenza, imbarazza, infastidisce. Nonostante proprio lui sia stato larchitrave dellamministrazione per oltre ventanni, nonostante quei ministri che si sono passati il testimone gli si siano puntualmente avvinghiati come a un punto di riferimento insostituibile.È stato così anche per Altero Matteoli, altro ex titolare del dicastero che, seppur invitato, non sarà alla festa «per impegni allestero presi in precedenza». Raggiunto telefonicamente dal Dubbio, Matteoli giudica «assurda» lesclusione: «La nostra Costituzione sancisce la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato. Clini è stato apprezzato ovunque a livello internazionale: quando sono stato ministro ho girato il mondo con lui», dice lattuale presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, «abbiamo partecipato insieme alle conferenze Onu sullambiente negli Stati Uniti e in Sudafrica, e ho potuto constatare lapprezzamento e lammirazione che questuomo suscitava in tutti i governi del pianeta. Aveva competenze e capacità straordinarie». Matteoli spiega di essersi «dispiaciuto» nei giorni scorsi quando ha concluso che non avrebbe potuto essere allevento di lunedì. Ma aggiunge: «Ora che mi dite dellesclusione di Clini, vi dico che se pure il 6 mi fossi potuto trovare in Italia, alla festa non ci sarei andato per principio».