Il Qatargate «è uno scandalo di dimensioni enormi, vicenda gravissima e anche vergognosa per la sua portata. Per come intacca la credibilità di un’istituzione che ha messo la democrazia, i diritti, al centro del proprio operato. E quindi la reazione non può che essere che la più dura, ferma e rigorosa. La autorità stanno indagando, i corrotti ne risponderanno. Ma c’è di più: non basta l’indignazione, bisogna stringere le maglie dei controlli». Lo afferma Elly Schlein, candidata alle primarie del Pd, intervistata ad Agorà su Raitre.

«È una battaglia - aggiunge Schlein - che quando ero al Parlamento europeo abbiamo fatto. Io ero co-presidente di un gruppo che si occupava proprio di lotta alla corruzione e all’illegalità. Già allora chiedevamo che ci fosse piena trasparenza nelle lobby, di fare controlli più stringenti. Così come bisogna evitare che si possa con disinvoltura passare da essere rappresentanti dei cittadini a rappresentanti di interessi privati. Il cosiddetto fenomeno delle porte girevoli. Ci vuole un periodo di raffreddamento. Gli strumenti ci sono».

«La questione morale - osserva Schlein - è più attuale che mai, proprio per questo non bisogna lasciare solo alle indagini fare il proprio corso, ma anche reagire come istituzioni e come politica nella maniera più rigorosa, stringendo i controlli per non permettere più che possa accadere di nuovo».

Riguardo una sua foto circolata nelle ultime ore in cui è ritratta con l’ex eurodeputato agli arresti in Belgio Antonio Panzeri, Schlein spiega che «eravamo ben più di due» e che dell’immagine se ne fa «un utilizzo strumentale. La condanna per quello che sta accadendo non può essere più netta. Chiaramente sono stata parlamentare e alcuni di questi personaggi coinvolti, erano deputati nel mio stesso periodo, li conoscevo. Ma mai mi sarei aspettata di legere notizie di questo genere», conclude.