«Se Macron smentisce la volontà di invitare soldati europei a combattere in Ucraina problema chiuso. E continuare a tirare in ballo l’ombrello nucleare europeo, eserciti europei, missili e bazooka europei non aiuta in questo momento: lasciamo che gli spiragli di pace vadano avanti, lasciamo lavorare Trump e chi vuole davvero la pace». Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, dopo la convocazione dell’ambasciatrice italiana a Parigi seguita alle frasi di Matteo Salvini che ha invitato il presidente francese Emmanuel Macron a «mettersi l’elmetto, prendere il fucile e andarci lui in Ucraina, se vuole».

Quanto accaduto ha provocato la reazione delle opposizioni e anche di una parte della stessa maggioranza, con Forza Italia che ha di fatto criticato le uscite del leader leghista. «La politica estera italiana spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. L’accaduto non cambierà i nostri rapporti di amicizia con la Francia, pur nelle diverse sensibilità. Siamo alleati con Parigi e lo rimarremo ancor più in un momento così critico nel quadro internazionale», ha detto Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Fi e responsabile Esteri del partito.

Per il segretario di Azione Carlo Calenda «Salvini, come al solito, usa toni che sono inutilizzabili se sei vicepremier. Non perché non si possa dissentire da un altro capo di Stato, anche io non ho condiviso alcune prese di posizione di Macron, ma perché non puoi parlare come fossi al “Bar dello Sport”», mentre per il leader dei Verdi Angelo Bonelli «Salvini è il vicepremier e se lo dimentica sempre e conseguentemente usa un linguaggio volgare non adeguato al ruolo che riveste». Parole dure anche da Iv e Più Europa, mentre dal Carroccio la replica arriva per bocca di Claudio Borghi.  «Non esiste nessuna “crisi” con la Francia a seguito delle sacrosante parole di Salvini – ribadisce il deputato – La questione è semplice: nel mezzo di una trattativa di pace mettersi a parlare di truppe e missili è irresponsabile e controproducente. Basta smentire suggestioni napoleoniche di truppe Ue pronte alla guerra in Ucraina e il caso si chiude immediatamente».