Non si sono fatte attendere le reazioni delle opposizioni dopo l’intervento conclusivo di Giorgia Meloni alla Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara, nel quale ha annunciato la sua candidatura come capolista in tutte le circoscrizioni. La segretaria del Pd  Elly Schlein, chiamata in causa dalla presidente del Consiglio, ha replicato: «Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Giorgia Meloni è nel Paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica. “L’Italia è cambiata”, dice lei. Purtroppo sì, ma in peggio, basta chiederlo alle persone, basta stare in mezzo alla gente. Il problema è che la Presidente del Consiglio si divide tra palazzo Chigi e la propaganda di TeleMeloni, ha perso il contatto con la realtà».

Alle parole delle segretaria del Pd si aggiungono quelle del prersidente del partito, Francesco Boccia: «Abbiamo ascoltato Giorgia Meloni parlare di un Paese che non c’è. Di una Italia che le riforme della destra miglioreranno mentre Autonomia e premiarato distruggeranno istituzioni e indeboliranno l’unità nazionale e il ruolo del Presidente della Repubblica. Di una Italia prospera mentre milioni di lavoratori sono sottopagati senza un salario minimo e dove i cittadini rinunciano a curarsi perché la sanità pubblica viene privatizzata. La verità è che Giorgia Meloni nasconde i problemi così come nasconde i numeri e la verità al Parlamento su Def e Pnrr. La presidente del Consiglio ha occultato i tagli alla sanità pubblica e i salari bassi sotto un fiume di retorica. Racconta un Paese che non esiste e racconta bugie agli italiani quando afferma di non essere antieuropeista. Lei, come i suoi amici della destra europea, non vuole cambiare l’Europa ma fermarla. Non ha mai creduto e non crede nell’euro e in una Europa soggetto politico. Le sue ricette nazionaliste hanno un solo obiettivo: meno Europa ovunque. Noi diciamo e continueremo a dire ’più Europà su salari, pensioni, fisco, debito e difesa».

Su X il leader di Italia Viva, Matteo Renzi fa un’analisi sulla candidatura della presidente del Consiglio: «Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un’influencer».

E a proposito di TeleMeloni Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra fa notare: «Mentre a noi sono riservati pochi secondi, quando capita, alla presidente del consiglio Giorgia Meloni sono consentite dirette tv anche quando parla da leader di Fratelli d’Italia come oggi, e come già successe alla festa di Atreju: alla faccia della Par Condicio, questa è TeleMeloni. A questo punto reclamiamo un intervento dell’Osce durante tutta la campagna elettorale, affinché si verifichino le condizioni di profonda disparità nell’accesso ai mezzi d’informazione che censurano le opposizioni e favoriscono i partiti di governo». Il capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera, Filiberto Zaratti, sottolinea: «Domani inizierà la discussione generale sul testo che prevede di spaccare l’Italia in 20 piccoli Stati. Noi torneremo a ribadire, dopo averlo fatto in commissione, punto per punto quali sono i pericoli che questo testo contiene, in definitiva è un attentato all’integrità dello Stato. Oggi Giorgia Meloni ha scherzato dal palco con Matteo Salvini che non ha accettato l’invito a partecipare all’evento di Fdi: ed è l’unica cosa che può fare visto che non ha avuto il coraggio di opporsi all’autonomismo devastatore dei leghisti». 

Su X il leader di Azione, Carlo Calenda, scrive: «L’idea di Europa della Meloni è la fine dell’Europa. Contro questo modello da “discepola di Orban” combatteremo alle elezioni europee. L’Italia è un grande Paese fondatore dell’Ue, non l’Ungheria degli amici di Putin. Mobilitiamoci. #SiamoEuropei».

Per Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva: «Di fronte ai fallimentari progetti di Giorgia Meloni per l’Europa, ci batteremo con ancora più forza per evitare che i sovranisti, da Orban a Santiago Abascal, prendano le redini dell Ue, Anche noi vogliamo cambiare questa Europa con la differenza, però, che al contrario della premier siamo europeisti. La lista Stati Uniti d’Europa, con il suo risultato, sarà determinante per impedire il disegno di Giorgia Meloni», conclude.

In una nota il deputato del Pd Arturo Scotto scrive: «Meloni ritira fuori il vecchio armamentario anticomunista. Non accetta lezioni di europeismo da chi è erede dell’Urss. Forse dimentica che il Pci di Enrico Berlinguer candidò ed elesse un certo Altiero Spinelli. Lei invece è abituata a frequentare Orban. Una bella differenza».