La doccia fredda per Marine Le Pen in Francia, sconfitta al ballottaggio scalda la politica italiana. Con sentimenti contrapposti: da una parte la sinistra, a partire del partito democratico – prima a esultare a caldo, poco dopo i primi exit poll non a caso è la deputata Lia Quartapelle - non nasconde la propria soddisfazione. Il modello francese, la vittoria insperata e per questo ancora più significativa del Nuovo Fronte Nazionale, per la segretaria del Pd Elly Schlein, è «un risultato straordinario per la sinistra unita». «La destra si può battere», attacca la dem, dando la linea che viene seguita da tutta l'opposizione.

Per Giuseppe Conte viene «premiata la proposta popolare e progressista di chi non ha mai avuto dubbi sulla pace, sulla difesa dei diritti sociali e sulla tutela dei più fragili», dice il leader pentastellato, sottolineando «il segnale di spinta democratica che oggi parla all'Europa intera». Angelo Bonelli, leader verde del voto francese dice che dimostra che "uniti si vince" quindi «avanti in Italia per un'alleanza democratica, antifascista, progressista ed ecologista». Sempre da sinistra il leader di Si, Nicola Fratoianni parla di «Repubblica francese salvata dall'assalto dell'estrema destra». «Intanto -sottolinea - per stasera è una bellissima notizia. E anche una indicazione di speranza».

Il modello francese, l'alleanza contro la destra estrema riaccende il coro “unità-unità”, che in questi giorni, dal Pd, al M5S, passando per la sinistra di Avs, è risuonato nelle piazze italiane, come in occasione del testo referendario contro l'autonomia portato in Cassazione da tutti i leader, da Schlein a Conte. «Grazie ai francesi fermati i fascisti. La parola socialismo provoca le convulsioni solo in Italia. Eppure è la via», dice Andrea Orlando, ex ministro e deputato del partito democratico. Filippo Sensi parla di «cordone sanitario che ha funzionato nei confronti della peggiore destra europea». Si limita invece a un' Vive la Republique!', il commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni. Carlo Calenda vede però difficoltà per il nuovo governo a Parigi: «Ottimo aver chiuso la strada alla Le Pen. Bene la tenuta di Macron. Ma formare un governo e governare non sara' facile», dice il leader di Azione.

Tra i delusi, tra le forze di centrodestra italiane, prevale il silenzio, si attende, evitando social e microfoni, con il primo a metterci la faccia che è il senatore della Lega, Claudio Borghi. Parlando di «ammucchione dominato dalla sinistra». E guarda avanti: "Domani -dice l'euroscettico- attendiamo a braccia aperte il Rassemblement National tra i Patrioti per costruire finalmente la vera alternativa a questa Ue marcia, che si aggrappa con le unghie e con i denti al presente».

Per Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Fi, «la destra che corre da sola è estrema ed è destinata a perdere sempre». «La sinistra vince se non c'è un centrodestra con un centro forte», avverte l'azzurro. Dal partito di maggioranza relativo, da Fdi, un tweet della ministra per il Turismo, Daniela Santanche che avverte: «Le ammucchiate sono una vittoria di Pirro».