«La lista degli iscritti alla massoneria? La presidente Rosy Bindi può scordarsela, sarebbe una schedatura di massa del tutto contraria alle leggi dello Stato». Stefano Bisi, Gran maestro del Grande oriente d'Italia, che con i suoi 20mila associati è la più numerosa loggia massonica italiana, liquida senza appello la richiesta della presidente dell'Antimafia che nei giorni scorsi aveva chiesto gli elenchi dei massoni italiani. «Qualche tempo fa - ha spiegato Bisi ad Affaritaliani. it - Stefano Rodotà ha detto che la trasparenza assoluta è tipica dei regimi totalitari. Siccome in Italia non siamo in un regime totalitario non vedo il motivo di questa ossessione del rendere pubblico l'elenco degli iscritti al Grande Oriente».E' da tempo che l'Antimafia di Rosy Bindi ha messo nel mirino il legame - per ora ancora del tutto presunto - tra mafie e massoneria. E in una recente audizione a Trapani, il vicepresidente di palazzo San Macuto, Claudio Fava, aveva parlato senza mezzi termini di una «nuova cupola fatta di mafia e massoneria».E sempre in quella giornata trapanese, la stessa Bindi aveva annunciato la convocazione dei vertici degli ordini massonici: «Chiederemo loro se sanno di logge segrete e se sanno perché non hanno denunciato, se invece non sanno chiederemo che agiscano per espellere questi corpi fornendo collaborazione all'autorità giudiziaria», aveva tuonato.All'origine della richiesta c'era un'inchiesta del pm Marcello Viola che aveva contato sei gruppi massonici a Castelvetrano, paese del trapanese noto soprattutto per aver dato i natali al boss latitante Matteo Messina Denaro. E secondo gli inquirenti la concentrazione di tanti iscritti alle logge rendeva «lecito chiedersi fino a che punto l'attività di enti pubblici non fosse subdolamente pilotata dall'influenza di poteri occulti».In ogni caso il gran maestro Bisi non aveva opposto alcuna resistenza alla sua convocazione in commissione antimafia. Un'audizione andata in scena lo scorso 3 agosto e che, per stessa ammissione dei membri, non ha portato a nessuna scottante rivelazione. «Si è limitato a presentare l'organizzazione della massoneria ma niente di nuovo», aveva ammesso un po' deluso il componente grillino Luigi Gaetti alla fine di quell'audizione. La furbizia di Bisi, secondo Gaetti, era stata quella di «trincerarsi dietro al fatto che le persone coinvolte a Castelvetrano non erano iscritte alla sua organizzazione».  (sic)E così il teorema del legame occulto, anzi, dell'intreccio - è questa la parola chiave: intreccio - tra mafia e logge massoniche è ancora tutta da dimostrare. L'unica vera preoccupazione di Bisi è quella di tutelare la privacy dei propri iscritti: «È una richiesta che non capisco - spiega ancora Bisi - ci sono leggi che tutelano la riservatezza dei dati sensibili. La Commissione invita a infrangere una legge? Mi pare strano. Non capisco questa voglia di schedatura di massa. Anche perché con queste cose si comincia in un modo e non si sa come si finisce. Vogliono che i massoni vadano in giro con una fascia al braccio per riconoscerli? E poi a chi toccherà? »