«Il ministro Grillo, sulla sanità calabrese, evidentemente è informata male». Lo scontro tra il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e Giulia Grillo si accende proprio nel giorno in cui il governo si riunisce a Reggio Calabria, per varare l’editto sulla sanità che toglie i poteri residui in mano al governatore. Oliverio ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il supercommissariamento. L’ex generale Nas Saverio Cotticelli e il manager sanitario Thomas Schael avranno ora ulteriori poteri su acquisti e nomine per 18 mesi. Ma Oliverio, al quale il ministro non ha risparmiato frecciatine, non ci sta. «In questo modo rafforzano un’esperienza fallimentare – ha spiegato a Repubblica – Non è vero come dice la ministra che negli ultimi dieci anni la gestione della sanità è stata in capo alla Regione. C’erano già i commissari e dalla fine del 2014 hanno controllato tutto persone nominate dal governo. Nel 2010 i calabresi che andavano a curarsi fuori costavano alle casse regionali 200 milioni, adesso la cifra è salita a 320».

Ma il governo ha deciso. E assieme al decreto sblocca cantieri ieri, dalla Prefettura di Reggio Calabria, che ha ospitato il Cdm straordinario, è passato anche il ' decreto Calabria'. Una scelta precisa, quella di riunirsi in riva allo Stretto, luogo simbolo dello sfacelo sanitario dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asp. «È un modo - dice il premier Giuseppe Conte - per testimoniare la vicinanza di questo Governo a questa splendida regione spesso dimenticata», già dimostrata, ha spiegato, con Reddito di cittadinanza e Quota 100, ma anche con gli investimenti di circa 100 milioni sul Porto di Gioia Tauro.

Ma la parola d’ordine del giorno è stata, appunto, sanità. E il decreto Calabria, «unico nel suo genere e in risposta ad una situazione speciale», mira a riorganizzare in 18 mesi - il sistema regionale, di fatto blindando i commissari. Due i parametri fondamentali: il disavanzo di gestione, arrivato a 168 milioni, e i livelli essenziali di assistenza, 136 su un minimo di 160. Un «caso eccezionale» che arriva dopo 10 anni di commissariamento, precisa il ministro Grillo. E a ciò si aggiunge l’infiltrazione della criminalità organizzata. Tutto, ora, passerà per le mani dei tecnici nominati dal governo, che avranno superpoteri. «Così la Calabria non avrà più una sanità di serie D - spiega Grillo - I commissari dovranno fare una verifica straordinaria, al termine della quale potranno decidere di rimuovere figure apicali e nuove nomine, d’intesa con la Regione».

Gli acquisti, invece, passeranno dalla Consip, con la supervisione di Anac. Oliverio ha ricordato la presenza di una centrale unica regionale. «I commissari dovrebbero piuttosto ridare funzioni al potere ordinario, magari con l’accompagnamento e il sostegno di quello centrale».

Prima di arrivare in Prefettura, è toccato al ministro dell’Interno Salvini calcare la scena, con una tappa alla baraccopoli dei migranti di San Ferdinando, smantellata dalle ruspe a febbraio scorso. Un campo ancora invaso dalle macerie e sostituito da una nuova tendopoli, nella quale nelle scorse settimane un altro migrante è morto a causa di un incendio. Nessun accenno, però, a quella tragica morte. Per Salvini il problema è, infatti, quasi definitivamente risolto: da 1500 migranti si è passati a 600 e l’obiettivo è arrivare a zero. «I campi - ha spiegato - non sono una soluzione. Ma molti abusivi sono stati allontanati, chi ha diritto può rimanere. Non posso offrire case e lavoro a tutti, ma sono orgoglioso di aver mantenuto questa promessa».