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centrodestra
La giornata politica del Movimento 5Stelle non è l'unica a chiudersi tra macerie e tensioni. A fare i conti con la dissoluzione post Quirinale è anche Matteo Salvini. Che, intervenendo in collegamento al convegno "Il Futuro della destra in Europa", non si risparmia e ammette ciò che era già chiaro: il centrodestra si «è sciolto come neve a sole». «I referendum sulla giustizia saranno un banco di prova per il cosiddetto centrodestra - dice il segretario della Lega -, permettetemi di usare il "cosiddetto", perché alla prova dei fatti sono stato uno dei pochi a credere all’unità della coalizione». «Mettiamo i piedi e le mani nel piatto: il centrodestra oggi è una coalizione in Italia? No. Mi sembra evidente», continua il leader del Carroccio. «Quando settimana scorsa a una candidata presidente della Repubblica, espressione del centrodestra, un’altissima carica dello Stato, la seconda, espressione di un partito, Forza Italia, il cui leader, Silvio Berlusconi, ha fondato il centrodestra, contava, almeno sulla carta, su 450 voti alla prova dell’aula sono scomparsi circa 70 voti di presunto centrodestra, di cui più di 40 da FI», aggiunge. «Quindi, evidentemente, in questo momento, da un po' di tempo a questa parte, e temo ancora per qualche settimana, alla logica di squadra qualcuno preferisce la logica del singolo». «Più che un ragionamento nell’interesse collettivo della coalizione» di centrodestra «c’è un ragionamento, a mio avviso miope, che guarda al proprio orto», incalza Salvini. «Se si pensa di costruire il sogno, l’Italia, l’Europa, la comunità del futuro bisogna aver chiari gli ideali: perché una coalizione per essere compatta deve avere una missione, deve avere un’anima, un obiettivo comune - aggiunge -. In queste ore leggo che qualcuno sta cercando quest’anima e questo obiettivo con Renzi e Mastella: non sono nessuno per giudicare, non penso che l’obiettivo comune di una riforma della giustizia, di una tassazione da ricondurre a buon senso nel nome della flat tax, di una difesa delle libertà - di studio, di stampa e da tanti punti di vista - sia con vecchi esperimenti, che hanno come unica ambizione quella ricandidatura e possibilmente della rielezione. Guardiamo oltre». Il primo a replicargli è il governatore ligure e cofondatore di "Coraggio Italia", Giovanni Toti, che assicura di aver parlato in più occasioni con il leader della Lega della sua strategia di allargare la coalizione, tenendo aperto in confronto anche con Iv. «Salvini dovrebbe essere il più favorevole e interessato ad allargare la coalizione, visto che per numeri e ruolo, ne è il coordinatore...E mi pare che anche dagli ultimi colloqui avuti con lui questo era il senso dei nostri ragionamenti». Quindi l'affondo del sindaco di Benevento, Clemente Mastella: «La capacità di Salvini l’abbiamo vista alla prova del Quirinale: un disastro. Un ciarlatano che ha portato la Lega ad una umiliante Caporetto. Io non voglio rifare il centrodestra, peraltro con lui sarebbe destinato ad un’altra sconfitta. Come nelle vecchie pubblicità: con Salvini si perde. Non ci vuole la zingara per indovinare. Il Centro è cosa diversa, che Bossi rispettava, ma era un leader, lui fa finta di irridere il ritorno di questa area politica. Il centro ringrazia Salvini... solo grazie alla sua incapacità, la gente si sta rendendo conto di quale sarebbe il disastro annunciato per l’Italia con la sua guida. Grazie Salvini, continua così. Quanto a Renzi ha fatto il premier, lui solo il vice. Basta ed avanza».