Si può parlare da un palco di «pulizia etnica controllata e finanziata» ai danni degli italiani oppressi dai «clandestini», per di più indossando una maglietta della Polizia di Stato? Il buon senso direbbe di no - e anche gran parte dei poliziotti - ma Matteo Salvini lo ha fatto comunque, facendo infuriare quasi tutte le organizzazioni di categoria per una volta compatte contro un obiettivo comune: il leader del Carroccio. I sindacati degli uomini in divisa reagiscono male alle parole pronunciate dal segretario della Lega il 15 agosto dal palco di Ponte di Legno.Per i rappresentanti delle forze dell’ordine sono «inaccettabili» i passaggi del discorso di Salvini in cui ad esempio dichiara: «Quando arriveremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città». O quelli in cui dice che «i clandestini vanno fatti lavorare per ripagare il prezzo della nostra ospitalità, come fanno in Austria». Per il Siulp, l’organizzazione più rappresentativa, il capo della Lega Nord ha utilizzato espressioni «da denucia, rinunci all’immunità». Perché, per il segretario del sindacato, Felice Romano, «il fatto che sia un parlamentare non può autorizzarlo a indossare impunemente la nostra divisa. Ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti, anche da lui».Ancora più duro il leader del Silp Cgil, Daniele Tissone, che invita l’europarlamentare leghista a «smetterla di indossare, una volta per tutte, la nostra divisa». Per il sindacalista, Salvini questa volta ha passato il segno: «Si rende conto oppure no di quello che dice? Polizia e forze dell’ordine stanno dalla parte dei cittadini e delle leggi, tra mille difficoltà e disagi ma, sempre e comunque, al servizio della democrazia e dello stato di diritto», dice Tissone che poi respinge al mittente l’appello lanciato dal capo del Carroccio che, «ancora una volta, ha perso un’occasione utile per tacere: soprattutto se ripensiamo a quando il suo partito era al governo e ai tagli miliardari alla sicurezza che ha prodotto e con i quali ci troviamo, nostro malgrado, giornalmente alle prese per garantire minimali standard di sicurezza con un’età media procapite elevatissima e scarsità di tecnologie e mezzi».Poi tocca al Siap mettere in guardia il lepenista italiano: «Quanto accaduto ieri a Ponte di Legno è un atto gravissimo» dice il segretario Giuseppe Tiani, «Non è accettabile che un politico come Salvini possa continuare a permettersi d’indossare la divisa della polizia di Stato promettendo che se dovesse andare al governo utilizzerà poliziotti o carabinieri per una sorta di delirante demagogica e pericolosa pulizia etnica».Di episodio gravissimo parla anche Lorena La Spina, leader dell’Anfp, il sindacato dei funzionari, indignata dal fatto che «indossando la nostra maglia ci si senta autorizzati ad invocare addirittura una “pulizia etnica”, che ci riporta indietro ad una delle pagine più oscure e dolorose della storia del nostro Paese».Ma nonostante il coro di indignazione - nel quale non si avverte però la voce del Sap, il sindacato di polizia vicino alla Lega – Matteo Salvini non ci pensa proprio a gettare acqua sul fuoco. Anzi, su Twitter rilancia: «Un ex dirigente della Cgil di Genova, tal Roberto Traverso, parlando a nome dei "poliziotti democratici" (???) mi ha attaccato perché secondo lui vorrei usare Polizia e Carabinieri per effettuare una "delirante, demagogica e pericolosa pulizia etnica" in Italia. Fatemi capire, chiedere regole, ordine e rispetto sarebbe delirante? Chiedere che clandestini e centri a-sociali non sfascino tutto è delirante? Questione di scelte: lui sta con Renzi e Alfano, io sto con chi ci difende! ». Basta che resti qualcuno a difendere i cittadini dall’idiozia.