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LaPresse
Quale occasione migliore del raduno nazionale degli alpini di Vicenza per Matteo Salvini di lanciare l’idea della Lega per reintrodurre la leva militare. «La Lega ha presentato un progetto di legge – ha spiegato Salvini – per reintrodurre una
leva universale di 6 mesi per ragazzi e ragazze, su base regionale. Un servizio di sei mesi con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi da svolgere vicino a casa. Una volta uno di Palermo andava a Udine e viceversa dovendo lasciare studi e lavoro. Non sarà più cosi, si farà vicino a casa. Spero che anche la altre forze politiche appoggino la proposta».
Ma l’entusiasmo di Salvini è stato subito smorzato dal Guido Crosetto. Per il ministro della Difesa, anche lui presente a Vicenza: «Le forze armate hanno bisogno di professionalità, non è un luogo dove insegnare o educare i giovani. Devono difendere i valori di pace e democrazia. Una leva universale non è in discussione. Altra cosa se si parla di servizio civile».
Sulla stessa lunghezza il sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago: «Si sente parlare di ritornare alla Leva obbligatoria. Non è un’idea efficace e non è una priorità. Le nostre Forze Armate sono costituite da donne e uomini professionisti capaci e motivati, una priorità è invece investire su di loro e in Difesa per raggiungere il 2% del Pil. Il ministro Crosetto sta lavorando con grande determinazione, perché l’organizzazione delle Forze Armate sia sempre più efficace e efficiente, lo strumento militare va preservato e migliorato costantemente perché è strategico per la sicurezza e difesa degli italiani e degli interessi nazionali del Paese».
Un no al progetto della Lega è arrivato anche da Maurizio Lupi. Il presidente di Noi Moderati ha detto chiaramente: «Siamo contrari alla reintroduzione del servizio di
leva militare obbligatoria, che non è e non potrà mai essere uno strumento per educare i giovani. L’attuale situazione geopolitica però ci deve indurre a riflettere su una carenza condivisa, quella di una difesa comune europea. In un contesto assoggettato a minacce, l’Unione europea è chiamata a impegnarsi maggiormente in questo campo».