La verifica di maggioranza, palazzo Chigi e le mosse del centrodestra

Con un buona quantità di parlamentari “di buona volontà” potrebbe nascere un governo diverso da quello attuale, a guida centrodestra. Parola del leader della Lega, Matteo Salvini, che ormai da settimane sta tessendo la sua tela per provare a spostare in avanti un eventuale ritorno alle urne. La stoppata, neanche troppo velata, è arrivata dal vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, secondo cui «se il governo cadrà il centrodestra unito decidere sul da farsi». Dopo l’esortazione del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a «cercare convergenze con il governo», la rassicurazione sulla tenuta dell’unità del centrodestra arriva dunque dal numero due azzurro, che al tempo stesso ribadisce l’impossibilità di un sostegno al governo sulla fiducia alla legge di bilancio. Già il Cavaliere aveva rassicurato gli alleati, garantendo tuttavia senso di responsabilità e collaborazione nel dialogo tra maggioranza e opposizione. «Cercheremo di correggere la manovra a partire dagli aiuti alle partite Iva e alla scuola», dice ora Tajani allineandosi sulle richieste già inoltrate giorni fa da Salvini al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Ma le richieste di Forza Italia e del centrodestra non finiscono qui. «Lo abbiamo proposto da subito - spiega Renato Brunetta cercando di sferzare il governo - Facciamo come la Germania, mettiamo denaro fresco per ricapitalizzare le nostre imprese dando loro risarcimenti ai costi fissi. Si può fare ora, in legge di bilancio». Secondo il responsabile economico di Forza Italia occorre investire «in progetti di lungo periodo, smettendola con l’atteggiamento italico del puntare tutto sulla spesa corrente, i bonus, i crediti di imposta, le tax expenditures, che producono solo burocrazia e distorsioni del mercato». Quei progetti di lungo periodo sui quali è tornato a parlare, come sempre in maniera parsimoniosa, l’ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. L’alto debito pubblico che la crisi economica post coronavirus lascerà in eredità potrebbe comunque essere sostenibile, è il ragionamento di Draghi. «Ma tutto dipende dagli investimenti che saranno fatti utilizzando i fondi del Next generation Ue spiega il già numero uno dell’Eurotower - dovranno essere investimenti ad alto rendimento».

Bankitalia ha certificato il nuovo record del debito pubblico italiano, salito a ottobre a 2.587 miliardi di euro, ed ecco che le parole di Draghi arrivano come saggi consigli in vista della discussione sulla legge di bilancio e sulla gestione delle risorse con il Recovery Plan. Sul quale il centrodestra continua a dirsi disponibile al dialogo, anche se tra i corridoi di palazzo Madama risuonano ancora gli applausi di quella parte di emiciclo dopo l’intervento del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in polemica con Conte proprio sulla gestione dei fondi. «Ci sono 300mila imprese a rischio chiusura, aumentano i disoccupati e diminuiscono i consumi - scrive il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida - Nel governo si ragiona di cabine di regia per aumentare poltrone, ricatti, verifiche di maggioranza. Sono lontani anni luce dai problemi degli italiani, vadano a casa il prima possibile». Una richiesta, quella di voto anticipato, che dal partito di Giorgia Meloni arriva senza tentennamenti, come confermato anche durante l’assemblea nazionale andata in scena contemporaneamente alla segreteria politica della Lega.

Quello su cui i tre partiti sono certamente d’accordo è che il Conte bis è inadeguato a gestire la situazione attuale, e se nella prima fase dell’emergenza il Paese intero si era compattato per resistere all’impatto del virus, nel momento della ricostruzione servono capacità di gestione ben diverse, a partire da chi amministra il denaro in arrivo da Bruxelles. E così lo stesso Salvini ha parlato del centrodestra unito come «pronto a lavorare a un grande Recovery Plan senza bisogno di task force». Che tra un incontro per la verifica di maggioranza saltato e un altro andato a buon fine, sta facendo discutere lo stesso esecutivo. Il centrodestra, sempre compatto a parole e talvolta un po’ meno nei fatti, resta alla finestra in attesa del patatrac.