Conte bis, nuovo esecutivo pentaleghista con Luigi Di Maio premier, oppure ancora governo col Pd. Nelle ore convulse prima dell’intervento del premier Conte al Senato, previsto per martedì prossimo, la confusione regna sovrana. Le notizie si rincorrono: Salvini si è reso conto di essere stato messo in uno scomodo angolo e tenta una clamorosa mano tesa ai 5 Stelle, pur non ritirando la mozione di sfiducia a Conte. Il leader ha parlato di “telefono sempre acceso” per intavolare trattative e in ambienti leghisti si è vagheggiato per alcune ore di un nuovo Governo con Di Maui al posto di Conte, l’attuale premier commissario europeo e Giancarlo Giorgetti al posto di Tria al ministero dell’Economia. Il quadro, poi, si ultimerebbe con Salvini confermato sia alla vicepresidenza che al Viminale. L’obiettivo primo di Salvini, infatti, sarebbe quello di sbarazzarsi di Conte ( soprattutto dopo la dura missiva via social dei giorni scorsi), destinandolo al prestigioso scranno europeo pur di allontanarlo da Palazzo Chigi. A tentare di indorare la pillola, il leader del Carroccio ha twittato in giornata che ' A differenza del Pd, la Lega ha già votato e voterà ancora per il taglio dei parlamentari. Bene il risparmio di mezzo miliardo di euro per gli italiani'. Insomma: la Lega è disposta a mantenere gli accordi, pur di riportare il treno nei binari. Tutte fake news, secondo i 5 Stelle. Il leader Di Maio, sprezzante, ha smentito qualsiasi tipo di accordo ( compreso quello che lo vedrebbe come nuovo premier), chiosando: “Ormai la frittata è fatta”. ' In questa estate surreale, in cui la Lega ha fatto cadere il governo in pieno agosto fregandosene del Paese e degli italiani, leggo continue fake news su futuri ruoli, incarichi, strategie. Tutte cose che non ci interessano. Tutte assurdità veicolate ad arte da qualcuno sui giornali per nascondere la verità', scrive su Facebook il capo politico del Movimento 5 stelle. L’umore tra i grillini è nero: l’ormai ex alleato leghista è lontano anni luce e l’ipotesi di un nuovo abbraccio di governo è data come “fuori dalla realtà”. L’opinione diffusa e ripetuta ad alta voce da tutti è che la Lega sia ormai da considerarsi un interlocutore “non affidabile” – come l’ha definita il parlamentare Michele Giarrusso – eppure la politica italiana, soprattutto recente, ha dimostrato come nessun accordo sia da escludere, fino a quando non ne viene concluso un altro. Anche perché lo stesso Giarrusso ha ripetuto un “mai dire mai” all’ipotesi di un passo indietro con la crisi, ma a fronte di un rimpasto con Salvini lontano dal ministero dell’Interno.

Quel che è certo è che il Movimento 5 Stelle è tornato in gioco e farà l’ago della bilancia, il cui perno sarà il voto del 20 agosto. ' Chi sfiducerà Conte lo farà per evitare che si voti il taglio dei parlamentari. Questa è la realtà', ha chiosato Di Maio, pur dopo le rassicurazioni di Salvini sul tema. Il gatto si morde la coda: il taglio dei parlamentari si potrà fare solo se il governo dura fino al 22 ( giorno della sua calendarizzazione) ma se il 20 la Lega manterrà la mozione di sfiducia a Conte e il premier si dimetterà, questo farà saltare la seduta parlamentare di due giorni successiva. Un rompicapo apparentemente senza via d’uscita per Salvini.

Altro tema, almeno da quanto trapela tra le fila dei parlamentari grillini, è quello del possibile confronto con il Pd. La riflessione si è aperta, ma le incognite sono tali e tante che nessuno si sbilancia. Certo giova l’apertura dei dem sul taglio dei parlamentari e a favorire il dialogo anche la disponibilità a parlare del salario minimo, altro tema caro ai 5 Stelle. Il capogruppo del Pd, Graziano Delrio, ha ipotizzato un patto di legislatura alla tedesca che è subito piaciuto ad alcuni parlamentari pentastellati. Eppure, la strada rimane in salita. Per ora, rispettando la cronologia degli eventi, il boccino è in mano a Giuseppe Conte: il 20 agosto sarà l’ora della verità per il premier. Dalle sue dimissioni ( o meno) si traccerà la strada di sicuro impervia del futuro esecutivo, e a quel punto entrerà in gioco anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ancora in vacanza alla Maddalena ma attento all’evoluzione della crisi, soprattutto in prospettiva della legge di Bilancio di ottobre ( con la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva).