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"Silvio Berlusconi non contrasta a tutto campo Matteo Renzi perché teme una legge sui diritti tv che penalizzi Mediaset", è l'ultima provocazione lanciata da Matteo Salvini, a Philadelphia, contro il leader di Forza Italia. Il segretario della Lega Nord gioca sempre di più da battitore libero.La foto opportuniy con Donald Trump è un bel colpo di immagine. Serve a Matteo Salvini per garantire a tutti di poter interloquire con i principali esponenti politici del mondo. Serve anche a riequilibrare in senso occidentale le ripetute incursioni al Cremlino nelle residenze imperiali di zar Vladimir Putin. Per non parlare degli inviti in Italia della nuova première dame della politica francese, Marine Le Pen, con lintento di emularne i fasti elettorali. Tutto serve al capo leghista al fine di accreditamento interno ed internazionale. Tutto legittimo, come pure tutto strumentale. Il punto è un altro, e sta in quella frasetta - che neppure importa accertare se vera o falsa - che già provoca un tic compulsivo in tanti, sussurrata dal tycoon Usa candidato alla Casa Bianca nelle orecchie del più giovane emulo: «Presto sarai premier, te lo auguro».Una boutade delle tante che Trump sta spargendo nella sua presidential race. Certo. Ma con col vento che soffia in Europa e nel mondo e gonfia le vele dei movimenti chiamiamoli lepenisti o di destra-destra se si preferisce, non cè da scherzare. Dunque linterrogativo ha una sua dignità: davvero il successore di Bossi può arrivare a palazzo Chigi?Vediamo. Bisogna partire dalla presunta rottura nel centrodestra a matrice berlusconiana. Cè chi assicura che tempo poche settimane dopo il voto amministrativo, laltra istantanea, quella di Bologna con Berlusconi, Salvini e la Meloni sottobraccio, tornerà a risplendere. Complice anche lItalicum, la legge elettorale che obbliga a riunirsi in una sola lista per avere il premio di maggioranza. Possibile. Però così linterrogativo non si risolve: si sposta. E diventa: chi sarà il candidato premier di quel listone? In altri termini: Salvini ce lha o no il fisico per la premiership?Certo, come detto, il vento elettorale in Europa e non solo, sembra favorirlo. Lultimo risultato choccante è quello austriaco, dove la destra populista e xenofoba ha vinto le elezioni. Roba che mette i brividi pensando ai corsi e ricorsi storici. Ok, ma in Italia? Da noi, appunto, la spaccatura nel centrodestra appare clamorosa, in particolare per le candidature a sindaco di Roma. Ricucire si può, forse si deve; però gli strappi sono stati forti e il sarto non si capisce chi dovrebbe essere. Basta? No, che non basta. Per catturare il voto dopinione, malmostoso e di protesta, degli italiani, il copioso serbatoio dove attingere più che linsegna forzista sembra avere il marchio grillino. E lì, tra i Cinquestelle che votavano a destra e che oggi, di fronte al sorgere di un nuovo leader che taglia col passato pro Cav possono essere indotti a tornare a casa, che Matteo è in grado di pescare. Può riuscirci anche grazie al fatto che la leadership grillina è impallidita, dopo la morte di Casaleggio e i turbamenti dellex comico (tornato tale) fondatore.Però in aggiunta il voto di opinione, fermo restando che la capacità attrattiva del Carroccio oltre i suoi storici confini elettorali è un punto interrogativo grande come una casa, poi cè lapparato da mettere insieme. Su Salvini pesa la pregiudiziale anti-meridionalista nelle ultime oltre particolarmente brandita dalla fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale («Un troglodita»), ma è anche vero che sforzi per superare i tradizionali steccati Matteo ne ha fatti. Vale la calata nel centro-sud; vale la guida della lista a Roma affidata a Irene Pivetti. E poi ci sono alcuni singolari sintomi. Come quello di Angelo Attaguile, proconsole salviniano addirittura in Sicilia. Figlio dellex ministro dc Francesco (corrente di Emilio Colombo); Angelo è stato presidente del Catania calcio dall87 al 90. Nel 2013 diventa deputato con il Pdl. A marzo dello stesso anno passa armi e bagagli alla Lega nord. Dove pare stia benissimo. Quanti Attaguile ci vogliono per conquistare il Mezzogiorno? Mille, come Garibaldi?