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centrodestra
Non c’è stato quel vertice di centrodestra con tutti e tre i leader che era previsto. A Villa Grande si presentano solo Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Matteo Salvini rimane alla Camera fino a sera con Giancarlo Giorgetti «a studiare dossier e tenendosi in costante contatto gli alleati». Anche questo potrebbe significare che fino all’ultimo il centrodestra resta alla ricerca di una “quadra”. Fino a tarda sera si tratta per la guida delle presidenze del nuovo Parlamento che si insedia oggi e, in un inevitabile gioco di incastri, anche per la squadra di governo. I rumors per tutta la giornata di ieri davano per molto quotato il ticket Ignazio La Russa (FdI) alla presidenza del Senato e Riccardo Molinari (Lega) a quella di Montecitorio. Ma se sarà cosi, e se Giancarlo Giorgetti dovesse andare al Mef, ipotesi avanzata da FdI, come avevamo anticipato, è inevitabile che la Lega - allergica non certo al nome del vicesegretario Giorgetti ma a un metodo che rischia di somigliare a quello di Draghi - rilanci nella trattativa il nome di Matteo Salvini al Viminale e il nome di Roberto Calderoli per la presidenza di Palazzo Madama. La nota ufficiale della Lega al termine del consiglio federale annuncia che il partito è pronto a occuparsi di Economia (quindi bene Giorgetti al Mef) ma anche di «Sicurezza, Infrastrutture, Autonomia». Secondo indiscrezioni raccolte dalle agenzie di stampa, Salvini durante il vertice con i suoi si sarebbe detto disposto a non mollare sul ministero dell’Interno e anche sulla presidenza del Senato. Molto chiaro è poi il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, parlando con i cronisti, come riporta l’agenzia Dire: «Come presidente del Senato il nome di Calderoli è autorevole». E per il Viminale «si parte da Salvini - aggiunge Crippa - Per lui come ministro dell’Interno i numeri parlano chiaro: ha ridotto del 90 per cento gli sbarchi. Il prefetto Matteo Piantedosi? Salvini è il ministro migliore che la Lega possa esprimere, lui è il punto di partenza». Insomma, anche se alla fine il ministro dovesse essere Piantedosi, già collaboratore di Salvini al Viminale, a maggior ragione il partito di Via Bellerio, nella trattativa in corso fino a notte, di fronte al rifiuto per il suo leader, tenderà ad alzare la posta per ottenere caselle centrali nel governo. Fonti di Via Bellerio, comunque, in uno stop and go, ribadiscono che «c’è massima disponibilità a confrontarsi e ad assumersi tutte le responsabilità in un momento così difficile per il Paese». Berlusconi domani tornerà a sedere in Senato, dopo la decadenza di 9 anni fa , per l’applicazione retroattiva della legge Severino, in seguito alla sentenza Mediaset. Ieri ha postato una foto su Instagram, mentre completa le pratiche di registrazione, con la frase soddisfatta «Eccomi di nuovo qui». Ma sarebbe soddisfatto anche perché sembra abbia ottenuto per la stretta collaboratrice Licia Ronzulli la guida del ministero del Turismo e comunque la sua presenza in consiglio dei ministri in un dicastero con portafoglio. Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore di FI, viene dato sempre stabile per gli Esteri, ma il Cav avrebbe nei suoi desiderata anche la Giustizia, dove punterebbe su Elisabetta Alberti Casellati, presidente uscente del Senato, e Francesco Paolo Sisto. Per altri incarichi nella rosa dei nomi del leader azzurro anche Alessandro Cattaneo, capo dei dipartimenti di FI, e Annamaria Bernini, capogruppo uscente dei senatori. Mentre per quanto riguarda lo Sviluppo Economico c’è anche chi darebbe lì di nuovo lo stesso Giorgetti, ministro uscente dello stesso dicastero, sempre che non rientri in gioco anche per la presidenza della Camera.