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«Una bufera del tutto ingiustificata, inutile, esagerata e strumentalizzata a fini politici». Così Romano La Russa, esponente di Fratelli d'Italia da poco nominato assessore regionale alla Sicurezza della Regione Lombardia, commenta con LaPresse le polemiche per il braccio alzato al funerale di Alberto Stabilini, ex militante del Fronte della Gioventù, ripreso in un video diffuso poi sul web. «Lui ha sempre fatto politica, era un combattente, il suo ultimo pensiero era di essere salutato davanti alla sua vecchia sede a modo suo, cioé con il rito militare del presente», ha spiegato La Russa. Mio cognato - ha aggiunto - era un vecchio commilitone a cui suoi 15 vecchi amici hanno voluto porre l’ultimo saluto così come sarebbe piaciuto a lui. Fine. Lungi da ogni pubblicità e propaganda fascista. Me ne duole se è apparso così e se qualcuno qualcuno si è ritenuto offeso mi spiace ancora di più». Anche durante il giuramento militare alla Repubblica «il plotone risponde alzando il braccio. Ditemi se sono tutti fascisti?» ha proseguito La Russa. «Così si fa quando si saluta un vecchio commilitone. Eravamo qui 15 vecchi amici 70enni che tutto pensavano tranne che a fare una manifestazione, saremmo stati 15 rincitrulliti se avessimo avuto altri intenti. Peraltro - ha precisato l’esponente di Fratelli d’Italia - si vede anche nel filmato che il mio non è un saluto a mano tesa, se non si è in malafede si intuisce che io ho cercato di fermarli proprio sapendo che soprattutto in questo periodo ogni minimo gesto...». Ad ogni modo, ha rimarcato, «il rituale militare del presente, che è vecchio di secoli, non ha niente a che fare con il saluto romano» che comunque «se fatto durante davanti a un carro funebre come ultimo saluto a un morto non è un reato. Ci sono state decine di processi, tutti finiti con l’assoluzione». Per il momento da Fratelli d'Italia «non mi ha chiamato nessuno - ha specificato La Russa - solo qualche amico per darmi solidarietà. Ma se ritengono che questo possa nuocere alla Regione Lombardia o al partito non gli faccio finire neanche la frase, ci metto 30 secondi a farmi da parte, come ho sempre fatto da buon soldato». Quanto alle critiche degli avversari politici, «io mi dissocerei se fosse stata un manifestazione fascista, ma non lo era. È un fatto di ignoranza confondere il rito del presente militare, antico da secoli, con un gesto di propaganda fascista. Di che stiamo parlando, la rivoluzione fascista fatta da 15 settantenni che salutano un vecchio amico?», ha concluso. Prima ancora delle parole del diritto interessato era arrivata, immediata, la smentita del partito. Secondo FdI Lombardia, infatti, «emerge con chiarezza che il movimento del braccio di Romano non ha nulla a che fare col saluto fascista, ma al contrario testimonia il suo invito ai presenti ad astenersi dal saluto». «Basta verificare il movimento del suo braccio peraltro assente durante le chiamate consecutive che comunque la Cassazione ha sancito non essere reato se effettuato in un funerale», chiosa la nota.