Sul salario minimo le opposizioni sono unite. O quasi. A rimanere fuori dall'accordo che ha portato a un testo di legge condiviso fra Pd, M5s, Azione, Più Europa e Alleanza Verdi e Sinistra è Matteo Renzi, che si dice ugualmente distante dal governo e dal "Campo Largo".

Si tratta, in ogni caso, di una prima assoluta dall'inizio della legislatura: mai i cinque partiti avevano trovato un terreno comune in Parlamento dall'inizio della legislatura. Le forze politiche di minoranza avevano presentato sei testi in cui, con qualche sfumatura, era prevista l'istituzione di un salario minimo allo scopo di combattere il lavoro povero.

Dopo un lavoro di limatura andata avanti per settimane all'interno dei gruppi parlamentari, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Carlo Calenda e Riccardo Magi possono annunciare con un comunicato congiunto - un altro inedito in questa legislatura - di aver messo nero su bianco i punti qualificanti della proposta. E il più qualificante di tutti è la soglia del salario minimo fissata a 9 euro.

I quattro leader concordano sulla "necessità di un intervento a garanzia dell'adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell'inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali", spiegano nella nota. "È giunto il momento di dare piena attuazione all'articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un'esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia", continuano. Per raggiungere l'obiettivo, la proposta di legge prevede che al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore.

A ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, il testo delle opposizioni fissa una soglia minima inderogabile di nove euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali. La giusta retribuzione così definita non riguarderà solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell'ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo.

Conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, il testo prevede l'istituzione di una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario. La proposta di legge, poi, disciplina e garantisce l'effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso e riconosce per legge l'ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati. Infine, viene riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso.

Per il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, "l'accordo fra le opposizioni per una proposta di legge comune sul salario minimo legale è una buona notizia. Soprattutto per i troppi e le troppe che lavorano, ma sono in condizioni di povertà o di sfruttamento", aggiunge Fratoianni. Un "bel segnale" anche per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, soprattutto davanti a "questa maggioranza che, nonostante i numeri parlamentari, è totalmente sfilacciata sul piano politico". Un fatto politico importante per Marco Sarracino, membro della segreteria dem: "Questa intesa però, è positiva anche dal punto di vista politico, perché finalmente inizia a prendere forma una convergenza alternativa alle destre su punti programmatici".

Per la segretaria Pd, Elly Schlein, il salario minimo è "un tema fondamentale" soprattutto in un Paese come l'Italia che ha "più di quattro milioni di lavoratori poveri. Il governo ha tolto il reddito di cittadinanza e non ha visto che quello strumento lo prendevano nella maggior parte dei casi persone che erano povere pur lavorando. Il governo sta aumentando la precarietà", aggiunge Schlein.

A rimanere fuori dall'accordo, come detto, è Matteo Renzi che si dice ugualmente distante dalla maggioranza di governo e dal Campo Largo: "Il fatto di essere all'opposizione del governo Meloni non significa essere in una coalizione alternativa", spiega una nota di Italia Viva. Sul salario minimo i renziani avevano presentato prima delle elezioni politiche un testo diverso da quello che è stato proposto dal resto delle opposizioni. Italia Viva quindi, proporrà delle modifiche al testo delle opposizioni votando a favore dei punti su cui è d'accordo. "Votiamo le leggi che ci convincono ma restiamo all'opposizione di Meloni e distanti dalle posizioni sul lavoro di Fratoianni Conte e Schlein", annuncia il comunicato di Iv.

Una scelta di posizionamento politico: la leggono così dalle fila degli altri partiti di opposizione. In altre parole, il leader Iv starebbe cercando di mantenere mani libere sia rispetto al governo che rispetto al resto delle opposizioni. Ma all'interno dei gruppi parlamentari di Italia Viva si registrano posizioni diverse sul legge per il salario minimo. E anche la chiosa della nota con cui Renzi ha annunciato il suo 'no' alla proposta delle opposizioni viene commentato con ironia da ambienti dell'opposizione alla Camera: "Renzi dice che si comporterà allo stesso modo sui prossimi disegni di legge su giustizia, infrastrutture e sanità. Bella forza, su quelli la maggioranza ha i numeri, con o senza Italia Viva".

Nonostante la defezione dell'alleato, Carlo Calenda commenta con soddisfazione: "Tutte le opposizioni hanno raggiunto un accordo sul Salario minimo. E' un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo Polo". E Calenda chiede al governo di sostenere la proposta "senza pregiudizi". Un appello condiviso anche dall'esponente di Italia Viva, Ettore Rosato: "Nel mese di luglio arriverà in Aula alla Camera la discussione sul salario minimo. Il mio consiglio al governo è di non buttare via questa occasione".