Della morte di Silvio Berlusconi «contesto la santificazione che se ne sta facendo, così come la scelta di indire una giornata di lutto nazionale». Lo afferma Rosy Bindi, ex presidente del Pd, in un'intervista al quotidiano La Stampa. «È comprensibile da parte delle reti Fininvest, capisco meno la santificazione che vedo da parte della Rai, ma questa è l’ennesima prova che il conflitto di interessi non è mai stato risolto», commenta. «Berlusconi ha diviso il Paese. Ne ha sedotti molti, ma non è riuscito ad attirare a sé la maggioranza degli italiani. La decisione di avere una giornata di lutto nazionale è irrispettosa nei confronti di quella maggioranza», spiega Bindi.

«I funerali di Stato gli spettano perché è stato presidente del Consiglio. Il lutto nazionale invece è frutto di una scelta del governo», aggiunge, «è previsto per le vittime di stragi e per la morte di grandissime personalità, ma mai è stato deciso per presidenti del Consiglio, fatta eccezione per Leone e Ciampi, che però erano stati anche presidenti della Repubblica. La decisione del governo è legittima, ma io la contesto nel merito». Alla domanda se Berlusconi fosse un suo nemico, Bindi risponde: «Un avversario. Il concetto di nemico non mi appartiene, non ho nemici. Però ho degli avversari, quelli sì», aggiungendo che non andrà al suo funerale.