Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il ddl Concorrenza, richiamando tuttavia il governo a rispettare le regole europee sulle concessioni balneari e ambulanti. Lo ha fatto inviando una lettera ai presidenti di Camera e Senato e alla presidente del Consiglio, spiegando che il ddl «oltre a disciplinare le modalità di rilascio delle nuove concessioni, introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi».

Inoltre, aggiunge il capo dello Stato, «i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni, secondo quanto affermato anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, appaiono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee, i concessionari uscenti». L’intervento ha suscitato la reazione delle forze politiche di maggioranze e opposizione, le prime a difesa del provvedimento del governo e le seconde richiamando l’attenzione sulle parole arrivate dal Quirinale.

«La Lega è impegnata, come da anni anche in questi giorni, per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare - si legge in una nota del Carroccio - Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani». Una presa di posizione forte e in netto contrasto con il Colle, alla quale fa da spalla, pur in manierati soft, l’intervento del capodelegazione FdI- ECR al Parlamento europeo, C. «Come sempre è utile e opportuno ascoltare i richiami del Presidente Mattarella, nell’esercizio legittimo delle sue prerogative», scrive Fidanza sottolineando tuttavia che «nella gestione della complessa partita delle concessioni demaniali il governo Meloni sta operando con serietà».

Il parallelo tra legge sugli ambulanti e quella sui balneari lo ha fatto lo sesso Mattarella, scrivendo nella lettera che il ddl Concorrenza presenta «evidenti analogie con quella delle concessioni demaniali marittime, introdotta con la legge di conversione» del decreto legge Milleproroghe del 2022, «oggetto di una mia precedente lettera del 24 febbraio 2023», inviata sempre ai vertici delle Camere e alla presidente del Consiglio «ove evidenziavo i profili di contrasto di quella disciplina con il diritto europeo e, quindi, con il dettato costituzionale. Della legge ora in esame suscitano analoghe, rilevanti perplessità di ordine costituzionale le disposizioni che intervengono sulle concessioni in essere e ne dispongono proroghe a vario titolo». La proroga viene definita dal Quirinale «eccessiva e sproporzionata», rivelando anche «l’incongruenza di prevedere una proroga automatica di durata superiore (12 anni) a quella delle nuove concessioni (10 anni)». Il tutto, conclude il capo dello Stato, «rende indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento».

Per il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia, che definisce «sacrosanto» l’intervento di Mattarella, «l’assenza di concorrenza nei servizi pubblici penalizza il nostro Paese, facendoci incorrere nelle sanzioni europee che i cittadini pagheranno» e quindi «è necessario che il governo la smetta con le proroghe: metta a gara i servizi pubblici e le concessioni demaniali». E se il suo omologo forzista Maurizio Gasparri prova a gettare acqua sul fuoco parlando di «richiamo solo indiretto» sui balneari, è la coordinatrice nazionale di Iv Lella Paita a rincarare la dose. «L’intervento del presidente Mattarella è il giusto monito ai liberali a chiacchiere, quelli che da troppi anni fanno finta di niente difendendo l’indifendibile - spiega Paita - Ora si proceda subito alle liberalizzazioni di balneari e ambulanti».