Un Matteo Renzi scatenato quello che ieri si è scontrato all’arma bianca con l’ex pm Roberto Scarpinato oggi senatore del Movimento Cinque stelle.

Il botta e risposta tra i banchi di Palazzo Madama è stato infatti particolarmente rude. Il leader di Italia viva intervenendo in risposta all’informativa di via Arenula sul caso Cospito ha voluto ricordare il ruolo decisivo svolto dalla politica nella lotta a Cosa nostra dopo l’omicidio di Giovanni Falcone: «È lì che nasce il 41 bis per tentare di distruggere la Mafia, cosa che oggi sta avvenendo». Poi la stoccata senza possibilità di equivoco: «La stiamo battendo alla faccia di tutti quelli che ci raccontano di fantasiose trattative smentite dalle sentenze della Cassazione e che permettono a qualche ex magistrato di fare carriera».

Inferocita la replica di Scarpinato che nell’agitazione battibecca con qualche collega facendosi richiamare all’ordine dal presidente La Russa: «Ci vuole una bella faccia tosta come quella del senatore Renzi per qualificare il 41-bis come una vittoria della politica. È stata una legge sporca del sangue di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta e dell’indignazione popolare che costrinse un Parlamento riottoso a d approvarla. Fu una vittoria dello Stato e della società civile».

Il clima è rovente e Renzi riprende la parole con una controreplica al vetriolo, precisando che sì, si stava riferendo al senatore grillino nel suo primo intervento: «Ci terrei che venisse messo agli atti che effettivamente stavo parlando proprio di Scarpinato al quale vorrei ricordare che, prima di venire a dare della faccia tosta ai colleghi, dovrebbe spiegare non solo le sue strane frequentazioni con il dottor Palamara, ma anche il suo atteggiamento del tutto folle nei confronti del le istituzioni di questo paese come sa bene il presidente emerito Giorgio Napolitano, ecco Scarpinato si dovrebbe vergognare».

Pare poi che il diverbio tra i due sia proseguito anche nei corridoi del Senato con toni ancora più accesi.