Mentre il sì viene dato in risalita tra gli indecisi, la partita referendaria però viene sempre data "sul filo" dagli stessi parlamentari del Pd vicini a Renzi. Ed ora vista la suspence che comunque resta alta, nel mondo renziano c'è anche chi fa notare sommessamente a Il Dubbio: «Che errore, la chiusura di trasmissioni come Ballarò e Virus! ». Trasmissioni avversarie del Sì certo, ma nelle quali chissà, forse il premier avrebbe potuto giocare un replay dell'effetto boomerang che ottenne, ad esempio a suo vantaggio per le elezioni del 2013, Silvio Berlusconi quando dall'allora ostilissimo Santoro, dette quella celebre spolverata alla sedia di Marco Travaglio. La previsione più gettonata nei capannelli del Transatlantico, durante la seduta per l'approvazione della legge di Bilancio, una delle ultime prima del referendum, è che «si vincerà per un soffio». E certo sarà un soffio che Renzi potrebbe far pesare come un macigno, diventando l'unico premier che in Occidente vince un referendum. Che sia ancora possibile per il premier anche se davvero arduo lo fa notare dati alla mano un parlamentare Pd: «Renzi alle Europee prese quasi il 41 per cento e lo ottenne su un corpo votante del 57 per cento. Ora ne dovrà prendere più del 10 per cento in più a fronte di un elettorato che i sondaggi hanno dato inferiore al 57 per cento». Ma il premier e segretario Pd è uno che combatte fino alla fine. E di fatto riagita la minaccia delle sue dimissioni quando dice che lui «non sta a vivacchiare» e che consegnerà «la campanella con il sorriso» al suo eventuale successore. Naturalmente non può dire di Sì (almeno ora) a Silvio Berlusconi che dice di volersi sedere al tavolo per riscrivere la legge elettorale. E afferma: «Berlusconi si siederà con Grillo o con D'Alema». Ma dentro Forza Italia c'è chi fa acutamente notare: «Dunque, se perde, Renzi non si siede a quel tavolo neppure da segretario del Pd? Quindi, vuol dimettersi anche da questo incarico? Perché non glielo chiedono? ».