È tutto pronto alla festa di Atreju per il panel sulla giustizia organizzato da Fratelli d’Italia e che coinvolgerà il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, la presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno, e il leader di Iv, Matteo Renzi.

Non ci saranno esponenti di Forza Italia, a partire dal viceministro Francesco Paolo Sisto, vicenda che ha scatenato l’ira degli azzurri per la scelta a dire di alcuni «sgarbata» da parte di Fdi di farli fuori dal parterre degli ospiti su un tema così caldo. E così sarà Renzi a prendersi la scena, e a incalzare Nordio su tutte le riforme annunciate e ancora impantanate nei gangli parlamentari a causa delle divisioni in maggioranza.

L’ex presidente del Consiglio attaccherà a tutto campo, dalla separazione delle carriere, tema tuttavia che Renzi da sempre ritiene «importante, ma non da risolvere di per sé il problema», alle intercettazioni, fino alla cancellazione dell’abuso d’ufficio, chiesta anche da tanti amministratori locali, e alla riforma del Csm.

Non a caso, ieri il leader di Iv ha attaccato l’ex magistrato del pool di Mani Pulite Pier Camillo Davigo, sposando la battaglia garantista tanto cara a Fi. «Le frasi ciniche dell’ex magistrato Pier Camillo Davigo sugli imputati che si suicidano (“dispiace, perdi una fonte di informazione”) dimostrano che la battaglia per il garantismo è una battaglia culturale, civile, educativa che dovremo continuare a combattere - ha scritto Renzi su twitter Contro il giustizialismo di quelli come Davigo, io continuerò a impegnarmi in prima persona mettendoci la faccia e il cuore, qualsiasi cosa mi possano fare contro. Perché il garantismo è un dovere costituzionale e l’umanità è un dovere morale. Avanti a viso aperto contro questi giustizialisti». Un messaggio forte e chiaro che ha due destinatari: Fdi, a dimostrazione del fatto che Iv è pronta a votare la riforma della giustizia, purché sia la stessa maggioranza a decidersi e portarla in Aula; e Forza Italia, per far capire una volta di più l’intenzione di attingere, in vista delle Europee e oltre, allo stesso bacino di voti degli azzurri.

E per farlo, quale luogo migliore che la festa del partito di maggioranza relativa, alla quale per di più non sono stati invitati gli stessi forzisti? Il leader di Iv, così come tutti gli altri leader dell’opposizione, è stato invitato da Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito di Giorgia Meloni, nonostante da fonti vicine a Renzi si parla dei rapporti con la presidente del Consiglio «pessimi» e «ai minimi storici».

I fedelissimi dell’ex inquilino di palazzo Chigi giurano che non ci siano stati accordi tra Iv e Fdi per mettere in difficoltà Forza Italia, anche perché, è il ragionamento, a Fdi non conviene indebolire gli azzurri, ancor più in vista delle Europee dove un crollo della compagine di Antonio Tajani potrebbe mettere in difficoltà il governo. Ma è proprio per questo che Renzi, nelle ultime uscite, ha attaccato lo stesso Tajani, reo di non far valere il peso politico che Fi ha all’interno della coalizione e di non aver raccolto appieno l’eredità di Silvio Berlusconi su un tema così importante per la storia politica e personale del Cav.

È con queste premesse che il senatore di Rignano punta al bersaglio grosso, ovvero raccogliere almeno una parte di quell’elettorato “stanco” della Forza Italia di oggi, diversa da quella di un tempo. Al momento l’obiettivo sembra lontano, visti i sondaggi, ma nei mesi che ci separano dalle Europee Renzi farà di tutto per prendersi temi e voti di Fi. A partire dalla giustizia.