Matteo Renzi analizza il momento politico intervenendo all’evento "Sky Tg24 Live in Firenze", che si tiene in Palazzo Vecchio. «Noi mai con la Meloni al governo non ci andiamo e non voteremo la fiducia». Per il leader di Italia Viva lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni «è tutta una manfrina, è un gioco delle parti, faranno l’accordo», poi «vediamo se sono capaci di governare». E aggiunge: «A me dispiace per Berlusconi, io non l’ho mai votato e lui non mi ha mai votato la fiducia. Mi dispiace che un uomo come Berlusconi, che ho sempre combattuto, debba tornare in Parlamento e sia costretto a fare questa figuracce, non credo non se lo meriti. Detto questo affari loro». Anche sul futuro di Mario Draghi  Renzi ha idee chiare: «Un po' si riposerà, poi sarà ancora utile al Paese. Io ho un pò di idee sul suo futuro ruolo. Sarà al servizio dell’Italia e dell’Ue». «Quando ho visto uscire Liliana Segre ed entrare La Russa... first reaction choc», ma La Russa «non è stato eletto con i voti di Italia Viva». «Il punto non è chi ha votato La Russa, il punto è chi non lo ha votato». Concetti espressi anche in un'intervista a La Stampa: «Berlusconi definisce Giorgia Meloni supponente, prepotente e arrogante. Se fosse coerente dovrebbe impedire la nascita del governo. Ma finirà a tarallucci e vino, vedrà. Troppo forte il richiamo del potere». E aggiunge: «Vedremo che faranno. Se salteranno, noi saremo pronti. Perché fare opposizione non significa insultare chi governa, ma costruire un paracadute per quando le cose vanno male. L’ho fatto con Salvini nel 2019 dopo il Papeete, l’ho fatto con Conte nel 2021 per portare Draghi, se ci sarà bisogno lo faremo anche con Meloni a tempo debito». «Diciamo che questa è diventata la mia specialità degli ultimi anni. Ma prima di costruire l’alternativa, almeno, vediamo come parte. All’inizio saranno rose e fiori. Poi arriverà Sua Maestà la Realtà. E davanti alla realtà della vita quotidiana i populisti devono scegliere tra slogan e politica«. Nell'intervista a La Stampa Renzi approfitta per lanciare l'ennesima  polemica con Enrico Letta sull'elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera: «Deve dire grazie al suo kingmaker: Enrico Letta. È lui il responsabile di ciò che è accaduto. Se la destra che è minoranza nel Paese ha i numeri per eleggere chi vuole in Parlamento, lo deve alla sua gestione politica delle alleanze. Dovrebbe riflettere su quanto abbia contribuito lui, con i suoi risentimenti personali e le sue piccole ripicche, a far sì che questa legislatura sia la legislatura dei La Russa, dei Fontana, delle Meloni». E da Firenze continua: «Il Pd o sta con la sinistra estremista del reddito di cittadinanza dei grillini o torna a fare la sinistra riformista». Il leader di Italia Viva ne ha anche per Giuseppe Conte: «È  l’uomo che ha preso il 15per cento facendo il voto di scambio al Sud, è andato durante le iniziative a dire che se si fosse tolto il reddito di cittadinanza avrebbero fatto la guerra civile: questo modo di parlare è sbagliato. Tu puoi essere per i grillini, anche per il reddito di cittadinanza, però non puoi dire che se non sei d’accordo fai una guerra civile, queste cose le fa Trump, di sicuro non una forza di centrosinistra».