A testa bassa contro la premier Meloni sui dossieraggi, all'attacco del "grigio" Tajani e di Ursula von der Leyen: «Ha fallito». Lo ha affermato in una intervista a "Repubblica" il leader di Italia viva, Matteo Renzi, reduce dalla Leopolda. Renzi, non ha ancora sentito il ministro Nordio che non ha partecipato al dibattito sulla giustizia alla sua kermesse: «Non ci ho parlato. Conosco Nordio come un gentiluomo. Se la mattina alle 10 conferma e alle 11 dice che non verrà è evidente che ha ricevuto un blocco politico». Da chi non si sa: «Lo capiremo presto. Due ministri di Fd'I, Crosetto e Nordio, hanno chiesto una commissione d'inchiesta sui dossieraggi. Se Fd'I dice no è evidente che il blocco viene dalla Meloni».

Secondo l'ex premier «qui c’è un punto politico. Si accede illegalmente dentro un database che dovrebbe essere inviolabile. Lo ha spiegato alla Leopolda Sabino Cassese: violare questi dati significa entrare a Fort Knox, nel caveau del Paese. Il primo dossieraggio l'hanno fatto a me sulla Leopolda, sulla casa, sulle conferenze. Ma per me non è una novità. Il problema riguarda come difendere semplici cittadini che potrebbero trovarsi alla mercé di funzionari dello Stato infedeli. Chi sbaglia deve pagare».

Renzi crede che il caso verrà insabbiato: «Perché o trovano uno a cui dare la colpa per tutto oppure abbuiano tutto. Anche perché le persone coinvolte nei dossieraggi potrebbero essere degli insospettabili. Mi colpisce che il Csm non abbia ancora audito Cantone e Melillo che pure lo hanno chiesto».

«Se c'è un sistema - ha aggiunto - che va avanti dallo scandalo Open del 2019 non mi stupirei se fossero coinvolti anche esponenti che lavorano con questo governo. Crosetto invece è una vittima. Per questo conviene a tutti una trasparente commissione d'inchiesta». Rischia il sistema democratico italiano su questa storia: «Io ne sono vittima. Il modo con cui sono stato aggredito mediaticamente nasce dalla diffusione di notizie che non sarebbero mai dovute essere rese pubbliche. È chiaro che il consenso mio e del mio partito ne ha risentito. Ma ancora più grave è la lesione dei diritti di un cittadino comune. L'accesso abusivo alle banche dati è un vero e proprio furto con scasso», ha concluso Renzi.