«Se facciamo uno sforzo per attenerci alla realtà, e solo a quella, cancellando ogni implicazione, retropensiero, elucubrazione ci rendiamo conto che la lettera di Marina Berlusconi è la doverosa e nobile denuncia di una figlia che difende il padre, ma anche di una cittadina che chiede una giustizia giusta e invita i Pm a perseguire i reati, non a inseguire i nemici». Lo scrive Matteo Renzi in una lettera al Giornale che aveva ospitato l’intervento della figlia del Cavaliere a difesa del padre, contro l’inchiesta della procura di Firenze. «Io non ho mai votato Silvio Berlusconi» e «Berlusconi ha votato la fiducia al governi Monti, Letta, Gentiloni ma mai al mio governo», ricorda

Renzi, «ho sempre sostenuto che in politica lui non potrà avere eredi perché il Cavaliere è stata una figura più unica che rara» e quindi «posso dire a voce alta e senza timore di apparire di parte che contestare a Silvio Berlusconi una qualsiasi forma di partecipazione nella drammatica vicenda delle stragi del 1993 è semplicemente folle». Secondo l’ex premier «ha fatto bene Marina Berlusconi a criticare l’assurdità di queste infamanti accuse. Perché non è di una indagine che sì sta parlando ma di un tentativo - quello di una minoritaria parte della magistratura - di alimentare la narrazione che i vertici delle istituzioni più lontani dalla sinistra avessero rapporti con la mafia». Renzi prende posizione contro i suoi “nemici storici”: la procura di Firenze. «Posso dire a voce alta e senza timore di apparire di parte che contestare a Silvio Berlusconi una qualsiasi forma di partecipazione nella drammatica vicenda delle stragi del 1993 è semplicemente folle. Le stragi dei Georgofili, di Roma e Milano, il fallito attentato a Maurizio Costanzo: davvero c’è chi vede una responsabilità di Berlusconi in tutto questo?», prosegue tra l’altro il leader di Iv. 

«Reputo squallido che la procura di Firenze si preoccupi di infangare la memoria di Berlusconi ma non si occupi di garantire la legalità nella città che dai tempi dell`Istituto degli Innocenti accoglie i bambini, non li fa sparire per colpa del racket dell’abusivismo», scrive ancora Renzi parlando della scomparsa della piccola Kata. «E chi ricorda la vicenda del piccolo Patriarchi sa che non è la prima volta che la Procura di Firenze ignora gli allarmi di chi la legalità la difende davvero: in quel caso furono i Carabinieri a chiedere ai Pm fiorentini di intervenire ricevendo un rifiuto e la conseguenza fu la tragica morte di un bambino di sette anni», aggiunge Renzi. «La Procura di Firenze si occupa d’infangare il Cavaliere, ma non garantisce la legalità in città: lo vedremo quando la Consulta comunicherà le proprie decisioni, mi auguro il prima possibile. Ma proprio per questo le mie vicende con il procuratore Turco le affronto nelle aule giudiziarie dove spero che egli venga penalmente condannato per falso. Se scrivo questo non è perchè attacco i Pm fiorentini, ma perchè conosco quel Pm. E so che l’ideologia per lui viene prima della realtà».