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Marco Ottico/LaPresse
Un palco condiviso, due bandiere – quella israeliana e quella palestinese – a sventolare insieme. Matteo Renzi e Carlo Calenda si sono ritrovati ieri sera al Teatro Franco Parenti di Milano per l’evento dal titolo inequivocabile: “Due popoli, due Stati, un destino”. Una serata di confronto sul Medio Oriente, sull’equilibrio precario tra pace e guerra, tra diritti e violenze, tra il dovere di difendersi e la necessità di fermarsi, mentre oggi a Roma ci sarà la manifestazione pro Gaza, organizzata da Pd, Avs e Movimento 5Stelle.
«Lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di esistere, ma anche lo Stato di Palestina ha diritto di esistere. E i bambini di Gaza hanno diritto di crescere», ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Viva, davanti a una platea gremita. Renzi ha criticato duramente Hamas, definendola «la più terribile dittatura ancora in piedi», ma non ha risparmiato critiche al governo Netanyahu: «Non condividiamo la gestione di questa pagina di storia. Così non si sradica Hamas, si alimenta solo l’odio e si creano generazioni di nuovi terroristi».
All’esterno, il clima era tutt’altro che disteso. Un presidio pro Israele ha accolto i partecipanti con bandiere e striscioni. Uno recitava: “Calenda non è mio amico”. Un altro, “Free Gaza from Hamas”. Una trentina i manifestanti, in parte appartenenti all’Associazione milanese pro Israele, che hanno contestato l’ambiguità – a loro dire – delle posizioni espresse da Azione. «Calenda dice di essere amico di Israele e poi chiede sanzioni. Sembra voglia recitare troppe parti in commedia», ha attaccato Alessandro Litta Modignani, presidente dell’associazione.
All’interno del teatro, tuttavia, il tentativo era quello di andare oltre la polarizzazione che segna ogni discussione sul conflitto israelo-palestinese.
«Non è vero che questa è la prima mobilitazione – ha detto Calenda –. Dal 7 ottobre siamo stati in piazza, anche il 25 aprile, prendendo sputi sfilando con la Brigata ebraica. Ma oggi bisogna dire basta. Non basta dire pace, serve una pace giusta: due popoli, due Stati».
Il leader di Azione ha attaccato duramente la linea dell’esecutivo israeliano: «La guerra continua anche per il desiderio di Netanyahu di rimanere al potere. Questo è il problema. Non mi interessa Hamas: sono terroristi e devono essere trattati da terroristi. Ma Israele deve tornare ad essere una democrazia che si difende rispettando il diritto umanitario».
Non sono mancate le critiche all’iniziativa in programma oggi a Roma: «Nella piattaforma della manifestazione sarebbe stato fondamentale chiarire che non sono benvenuti coloro che auspicano la distruzione di Israele. È una questione di chiarezza politica e di sicurezza». «Non c’è oggi un luogo pubblico dove la bandiera palestinese può sventolare accanto a quella israeliana – ha continuato Calenda –. Se non possiamo nemmeno metterle insieme, allora stiamo negando i diritti di entrambi i popoli».
Con Renzi e Calenda c’erano anche esponenti riformisti del Partito Democratico. Tra questi Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, ed Emanuele Fiano, ex deputato e presidente di Sinistra per Israele. «Se non sosteniamo chi, in entrambi i popoli, crede ancora nella pace e nella dignità, non andremo lontano», ha detto Picierno. “Bisogna sostenere un processo democratico in Palestina e contrastare la deriva autoritaria di Netanyahu. Siamo lontanissimi dal linguaggio dell’odio. Questo deve essere il tempo di una stagione nuova».
Picierno ha poi ricordato la difficoltà di tenere in vita il dialogo in tempi in cui ogni parola viene strumentalizzata: «Oggi è difficilissimo parlare di pace. A Kiev come a Gaza sembra smarrita la bussola. Serve subito un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e aiuti per la popolazione civile».
Sul palco anche Benedetto Della Vedova (+Europa), che ha parlato di un incrocio di destini: «Sull’essenziale, oggi le nostre strade si incontrano: l’Ucraina, Gaza, il ruolo dell’Europa. Ringrazio Renzi e Calenda: dire certe cose, in modo diverso da altri, oggi è politicamente rilevante».
Toni simili anche da Emanuele Fiano, che ha provato a sintetizzare il cuore dell’iniziativa: «Israele non è solo Netanyahu, è una democrazia. I palestinesi non sono solo Hamas. Chi ha testa e cuore non può restare indifferente. Ma deve anche ricordare tutta la storia. Esistono due diritti: il diritto di Israele a difendersi e quello dei palestinesi ad avere uno Stato indipendente».
Renzi e Calenda, dopo mesi di divisioni politiche, si ritrovano per rilanciare un messaggio comune sul Medio Oriente. «È il momento della responsabilità», ha detto Renzi. «Non possiamo lasciare questo tema nelle mani degli estremismi. La pace si costruisce partendo dalla verità, dalla condanna del terrorismo e dal rispetto del diritto internazionale».