«Se quella di Roberto Speranza è un'apertura seria, discutiamo. Ma sulle cose serie». Risponde così Matteo Renzi, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz'ora in più, alle dichiarazioni del leader di Mdp, che con Repubblica  si era detto «pronto a trattare» col Pd pur di battere le destre. «Bisogna essere molto chiari: ma come, verrebbe da dire, dopo tutto quello che ci avete detto come potete pensare di dialogare? Io però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guardo all'apertura: se è seria, bene», ribatte adesso l'ex presidente del Consiglio. «Discutiamo di cose concrete: sulla legge elettorale e le preferenze si è fatto un accordo con tanti partiti, anche dell'opposizione, e ora rimettere in discussione il Rosatellum è molto difficile». Ma tra le condizioni poste da Speranza per il "trattato di pace", la rinuncia alla fiducia al Senato per far passare la legge elettorale è prioritaria. «Lo deciderà il premier parlando con i capigruppo», dice Renzi, «ricominciare da capo significherebbe non fare la legge elettorale». Ma il segretario del Pd parla a tutto campo in Tv: del suo tuor in treno e della mozione contro Visco, una scelta che Renzi rivendica «nel merito e nel metodo». L'ex premier riconosce di aver usato la "clava" in Parlamento ma prova a spiegare il perché: «Sono una persona libera e non ne posso più di un atteggiamento per cui il problema è una banchetta aretina. Noi su questa vicenda non abbiamo scheletri nell'armadio. Se ci fosse stato un favoritismo verso Banca Etruria i sospetti sarebbero legittimi, ma noi l'abbiamo commissariata».